La letteratura psicoanalitica tende a trascurare quelle situazioni cliniche che, per le loro caratteristiche, espongono al rischio di agiti, interferenze o particolari difficoltà, poste dagli stessi pazienti o dai loro familiari, minacciando la tenuta del setting e la prosecuzione della cura.
Da ciò la necessità, per il professionista coinvolto, di continui adattamenti del proprio lavoro alle criticità più diverse, ma senza potersi avvalere di un supporto teorico condiviso utile ad orientare quegli "aggiustamenti tecnici" che si vorrebbe non deviassero dai criteri più tradizionali e collaudati.
La prima questione affrontata nel libro è quella della definizione di "caso complesso", rimandando a specifici riferimenti teorici, come la forza legante della simbiosi familiare, la patologia riconosciuta o denegata dei genitori, le implicazioni transgenerazionali, le istanze figlicide e il ruolo, spesso trascurato, della realtà storica. Paradigmi che vorremmo collocare alla base di una teoria della tecnica che non può sottrarsi alla sfida della flessibilità.
Viene quindi esplorata la proposta di un approccio tecnico oscillante tra una prospettiva più relazionale ed una maggiormente volta alla ricostruzione storica, per affrontare infine il delicato tema delle prescrizioni psicofarmacologiche in corso di analisi o di psicoterapia e le problematiche relative alla creazione di un doppio setting.
Questo libro vorrebbe condensare l'esperienza di quasi quarant'anni di attività professionale, psicoterapeutica prima e psichiatrico-psicoanalitica successivamente, in ambito privato e nei centri di salute mentale, nel corso della quale, spesso, le problematiche affrontate sono state tali da rendere difficoltoso il mantenimento di un assetto in linea con il modello più tradizionale. Ciononostante, lo sforzo costante è sempre stato quello di non contraddire la passione profonda per il pensiero di Freud e per le sue teorie.
Alberto Sonnino, psichiatra, psicoanalista, dirigente in un Centro di Salute Mentale, membro della Società Psicoanalitica Italiana e dell'International Psychoanalytical Association. Autore di saggi sull'integrazione tra psicoterapia e farmacoterapia, ha già pubblicato per la FrancoAngeli Trauma della Shoah, ebraismo e psicoanalisi (2022). Oltre a svolgere a Roma la propria attività di psichiatra e psicoanalista, collabora con i centri della Gallimberti e Partners per la disintossicazione da sostanze con la Stimolazione Magnetica Transcranica.
Recensione di Giuliana Rocchetti
Il primo incarico di Massimo Ammaniti al Reparto dei minori irrecuperabili dell’Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà a Roma durò un giorno. L’orrore dei bambini che lì erano rinchiusi – confinati nelle sorveglianze, spesso seminudi, legati ai letti o ai termosifoni, abbandonati dalle famiglie – fu tale da essere insostenibile. Tornò sei anni dopo, nel 1972, per ridare a quei bambini, considerati irrecuperabili, una vita dignitosa. In due anni intensi e drammatici combatté giorno per giorno, con avveduta caparbietà, per cambiare abitudini, regole, comportamenti, spazi. Per rivestire i bambini, aiutarli a riscoprire il corpo, a riconoscere il loro nome. Per aprire i cancelli e far entrare il mondo. Fu una piccola grande rivoluzione, che si inseriva allora in un movimento più ampio di critica alle istituzioni manicomiali: sono gli anni dell’antipsichiatria, anni di grandi passioni che portarono Ammaniti vicino ai maestri Bollea e Basaglia, e poi su strade nuove e diverse, preferendo all’attivismo la ricerca e la cura. In queste pagine Ammaniti connette l’esperienza professionale alla sua vita personale e familiare, aprendosi al dolore di una ferita – una perdita – che è stata anche il movente dei suoi studi, della sua carriera, di una vita intera spesa ad aiutare i più piccoli.
Massimo Ammaniti, psicoanalista, è Professore Onorario di Psicopatologia dello Sviluppo presso la facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università di Roma e membro della International Psychoanalytical Association. Tra i suoi libri ricordiamo Nel nome del figlio (con Niccolò Ammaniti, Mondadori, 1995), Manuale di psicopatologia dell’infanzia (Raffaello Cortina, 2001), Pensare per due. Nella mente delle madri (Laterza, 2008), Noi. Perché due sono meglio di uno (Il Mulino, 2014), La famiglia adolescente (Laterza, 2015), La curiosità non invecchia (Mondadori, 2017), Adolescenti senza tempo (Raffaello Cortina, 2018), Il mestiere più difficile del mondo (con Paolo Conti, Solferino, 2019) e E poi, i bambini (Solferino, 2020).
Presentazione del libro, mercoledì 12 ottobre 2022