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Attualità della ricerca

Report di Pirrongelli C., L'inconscio oggi: intrecci prospettici tra Psicoanalisi e Neuroscienze (Società Psicoanalitica Italiana, Webinar 26 settembre 2020)

Due tra le figure più eminenti nel panorama neuropsicoanalitico internazionale: Mark Solms e Vittorio Gallese, si sono oggi confrontati sul tema dell’Inconscio. Introdotti da Anna Nicolò, convinta sostenitrice della necessità di un’apertura della psicoanalisi ad altre scienze, Amedeo Falci ha sostenuto il ruolo di chair e Giuseppe Moccia, coordinatore gruppo Neuroscienze Nazionale, quello di discussant.

Solms ha ribadito la sua convinzione che la coscienza abbia origine nella zona più antica del tronco encefalico, ove sensazioni e sistemi emozionali motivazionali innati, comuni con i mammiferi e selezionatisi ai fini della sopravvivenza (i sette sistemi emozionali individuati da Jaak Panksepp) darebbero il via al costituirsi di un core self (a partire dalle sensazioni più basiche come: ho fame, ho sete, ho sonno, sono arrabbiato, sino a voglio esplorare , ho desiderio sessuale verso quella persona, ho paura di perderti etc.) a prescindere dalla corteccia, complemento successivo per un’identità più complessa. Sono questi sistemi motivazionali a generare la coscienza e a spingerci a uscire fuori nel mondo, unico modo per sopravvivere trovando il necessario ai nostri bisogni corporei e affettivi, relazionali. Porta a riprova il video di una bambina anencefala, nata cioè senza la corteccia cerebrale, in grado di provare emozioni congrue anche nel relazionarsi. Solms sostiene che ad essere inconsci siano invece le difese e gli adattamenti appresi precocemente, la coazione a ripetere che risulta automatizzata a livello emozionale e motorio, depositata nella memoria non dichiarativa, implicita. Nulla di ciò che ha creato queste automatizzazioni può essere ricordato ma il comportamento parla per noi, l’azione racconta, e così l’emozione e il corpo; all’occhio di un analista esperto risulterà chiaro quali di queste emozioni primarie (con il loro corredo motorio e neurovegetativo) si siano attivate originariamente per adattarsi dando luogo poi al ripetersi, nell’adulto, di comportamenti disfunzionali e coazioni a ripetere. Solms mira a rendere edotto il paziente su un piano cognitivo, del perché delle errate aspettative legate ad esperienze precoci, depositate nella memoria implicita. Sono tali aspettative (o predizioni secondo la teoria di Friston) a dar luogo ad una serie di strategie errate nella vita adulta, che ripetono quello che allora fu una risposta adattativa forse utile o forse l’unica possibile, ma che ora può essere limitativa o non funzionale. A questo fa gioco la proprietà della memoria di potersi riconsolidare diversamente nell’ambito di esperienze emozionali adeguate come, ad esempio, una buona esperienza analitica.

Gallese attribuisce invece alla corteccia un ruolo decisamente più centrale, obiettando a Solms che i nuclei del tronco cerebrale superiore e il sistema limbico non sono sufficienti nella creazione dell’individualità. Pur concordando con Solms sulla critica ad una visione corticocentrica dominante della coscienza affettiva, ritiene che questi minimizzi troppo il ruolo della neocorteccia nel dar vita a vari aspetti della vita inconscia. Sottolinea, in particolare, il ruolo svolto dal mondo esterno nella costituzione e nel mantenimento dell’essere un Sé, ruolo impensabile senza la neocorteccia. Ritiene che il concetto di Sé cosciente, trascuri il ruolo principale che il sistema motorio corticale gioca in diversi aspetti della coscienza come alcune proprietà fenomeniche del corpo (body ownership e agency). I neuroni specchio, che sono neuroni situati in diverse zone della corteccia, sono la base della simulazione incarnata (SI) in quanto si attivano quando si assiste ad azioni, emozioni ed esperienze sensoriali altrui, quando si pianifica il futuro o si pensa ad azioni passate, quando si fantastica, quando si comprende una descrizione linguistica di fatti ed eventi. Tutto ciò fa dichiarare a Gallese che il sistema della simulazione incarnata sia il richiamo inconscio della conoscenza corporea di fondo che reclutiamo in tutte le situazioni sopra elencate, attivando nel nostro stesso corpo i sistemi neuronali attivi nell’altro da noi o in quel che accade a livello immaginativo. Secondo Gallese molto di questo lo possiamo definire inconscio.

Falci, chair della giornata, osserva come in sintesi Solms ritenga che la corteccia non sia così implicata nella nascita dell’individualità consapevole mentre Gallese rivendica un ruolo prioritario ai sistemi corticali. Osserva come Solms utilizzi una teoria dei sistemi e dei processi mentali in terza persona, mentre Gallese un approccio in seconda persona e auspica l’acquisizione di un background filosofico per un miglior confronto fra diversi approcci neuropsicoanalitici. Quel che emerge da entrambe le relazioni, osserva, è il paradigma consolidato di un bambino che nasce dotato di una forte componente sociale intersoggettiva e cita Winnicott e l’idea della madre ambiente (che racchiude l’insieme delle competenze madre-bambino) come paradigma di un sistema aperto ab initio.

Moccia, discussant della giornata, si riferisce essenzialmente alla relazione di Solms, rispetto alla quale sente la necessità di fare chiarezza sui modelli psicoanalitici adottati e sulla terminologia. Fa una disamina dei diversi modi in cui Freud ha definito le rappresentazioni e gli affetti nel corso degli anni e conviene con Green che sia difficile utilizzare il suo pensiero in merito in quanto l’affetto è stato concepito molto diversamente negli anni: dall’affetto come scarica, all’affetto come espressione di conflitti fino al concetto di angoscia segnale. Nel Compendio, opera rimasta incompiuta, secondo Freud la matrice affettiva può trovare espressione sia in affetti-sentimenti ed emozioni percepiti psichicamente sia in “equivalenti-affettivi” percepiti fisicamente, sintomi psicosomatici e malattie somatiche. Il concetto di angoscia segnale del 1925, a dire di Moccia, sembra il più utile e affine al modo attuale di intendere le emozioni. Portatrici di necessità e bisogni, di consonanza intenzionale, di rispecchiamento, di identificazione proiettiva.

Riguardo alla funzione centrale della diade madre bambino, ampiamente studiata da psicoanalisti a partire da Hartmann, Bion, Winnicott fino a Tronick, Moccia vede nel sistema emozionale della ricerca, dell’aspettativa, (SEEKING) inizialmente anoggettuale, il primum movens di quel che va a costituire la relazionalità originaria. Un movimento spontaneo, prefigurato a livello neuroanatomico verso la ricerca dell’accudimento, del contatto, della relazionalità primaria complementare a quella materna. Secondo Tronick la diade madre bambino e la sua espansione, vanno a costituire una vera e propria impalcatura affettiva sulla quale costruire il Sé. Riguardo al concetto di omeostasi si chiede come mai, nella teorizzazione di Solms, il Nirvana, lo stato di equilibrio, corrisponda all’assenza di emozioni. Sembra inteso come una espressione della regolazione tra bisogni/ stati del corpo ambiente e soddisfacimento. Stabilità favorevole alla crescita. Lo stato di quiescenza in Solms non è da confondersi col principio di inerzia e nulla ha a che vedere con Thanathos. La mancanza di emozioni viene piuttosto assimilata ad Eros. Ma come si sposa questa convinzione col fatto che i bambini provino gran piacere nell’esplorare, nel superare le difficoltà? Suggerisce quindi Moccia, che il piacere vada per certi versi considerato come una cosa a sé stante che interviene nelle complesse dinamiche dello sviluppo dell’individualità, dell’acquisizione di consapevolezza e del cambiamento in analisi. Chiude quindi il suo intervento con alcune questioni riguardo al riconsolidamento secondo Solms, sul concetto di predizioni ed energia libera che ritroviamo in termini non troppo diversi nel Compendio di Freud, e sulla memoria non dichiarativa, una sorta di inconscio che non può ricordare, rappresentare, ma solo manifestarsi nel transfert, negli agiti, nell’identificazione proiettiva simile all’inconscio freudiano di “Ricordare, Ripetere, Rielaborare”.

Moltissime le domande ma il tempo ha permesso la risposta a ben poche.

Tra queste Gallese ha potuto rassicurarci sul fatto che

1)      il digitale permette entro limiti variabili, il fenomeno della simulazione incarnata e di conseguenza

2)      il verbale” ha in ultima analisi radici e effetti corporei (emozionali, motori) se corrisponde a qualcosa di risonante. “Non galleggia nel vuoto ma viene dal corpo”. Infine,

3)      la scossa di terremoto più intensa da decenni è giunta dalle Neuroscienze affettive che, con Panksepp, Solms e Damasio, hanno rimesso al centro il ruolo degli affetti nella costituzione dell’individuo.

Solms ha precisato che sia lui che Gallese concordano sulla centralità del corpo fenomenologico nell’essere umano e nelle sue manifestazioni fisiologiche e psicopatologiche. Danno piuttosto un’enfasi diversa alle strutture che danno luogo alla nascita del Sé, da quello minimale a quello più evoluto che naturalmente non può non comprendere il ruolo fondamentale della corteccia. Sono punti di vista complementari e integrabili pur con il diverso accento sulle strutture implicate.

La giornata si è quindi conclusa registrando un’ampia e partecipe adesione dell’audience.

Circa duecento i partecipanti.

 

 

Vedi anche

 

Report di Veronica Nicoletti su “Archeologia della mente. Le difese come regolazioni adattative” (16 gennaio 2021)

Report di Elisabetta Greco sulla Giornata Seminariale "Gruppo di studio: Archeologia della mente. I sistemi motivazionali/emozionali nella dinamica delle relazioni umane" (14 gennaio 2017)

Mancia M., Sulle molte dimensioni della memoria: neuroscienze e psicoanalisi a confronto. 2000

 

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