Panoramica | Cerca file | Sopra |
Categoria: D |
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De Benedetti Gaddini - 1988 - Relazione seduttiva con particolare riguardo al controtransfert |
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De Masi - 1994 - L'enigma del legame piacere-dolore: note sulla perversione sessuale sado-masochistica |
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De Risio - 1989 - Mutamenti nella concezione del transfert |
Lavoro presentato il 29 aprile 1989 - Convegno intercentri "Le basi comuni della psicoanalisi: finalità cliniche e processo" |
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De Simone Gaburri - 1984 - Sulla terminazione dell'analisi (appunti per una discussione) |
Lavoro presentato al Centro di Psicoanalisi Romano il 13 gennaio 1984 |
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De Toffoli - 1990 - L'invenzione di un pensiero dal versante somatico della relazione transferale |
Lavoro presentato al Centro di Psicoanalisi Romano l'11 maggio 1990 |
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De Toffoli - 1991 - Trasformazioni e divenire del reale nel campo psicoanalitico |
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Di Benedetto - 1985 - Sogno, conoscenza e terapia: tre aspetti coincidenti nella cosruzione della realtà psichica |
Lavoro presentato al Centro di Psicoanalisi Romano il 13 dicembre 1985 |
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Di Benedetto - 1989 - Pirandello: il cimento dell'invenzione. Riflessioni su arte e psicoanalisi |
Pubblicato con il titolo "Pirandello: il cimento dell'interpretazione". In AA.VV. (a cura di M.H. Caspar), Il teatro di Pirandello. Centre de Recherches Italiennes Narrativa Université Paris X Nanterre Num. 11, Fevrier 1997.
ABSTRACT Affinché possa emergere l’immaginario rimosso attraverso l’oggetto artistico, è necessario che la coscienza sappia che una rappresentazione “è vera, ma non reale”, che cioè corrisponde ad una verità psichica inibita nella realtà. Un sentimento di vendetta e un omicidio sulla scena possono suscitare partecipazione e interesse, mentre nella realtà susciterebbero orrore. Alcune opere di Pirandello, che mirano a elidere il confine tra” realtà scenica” e “realtà della vita” e a cancellare la distinzione tra palcoscenico e platea, hanno prodotto un grande sconcerto nel pubblico al loro primo apparire, proprio per questa loro tendenziale cancellazione della linea divisoria tra mondo della finzione e mondo reale. L’esperienza estetica in tal caso risulta particolarmente perturbante, poiché tende a destrutturare il pensiero adulto e a sospingerlo verso uno stato confusivo, tipico della mente primitiva, nel quale si confondono immaginazione e realtà. |
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Di Benedetto - 1991 - L'inconscio attraverso la musica e la vocalità. Melodramma e psicoanalisi |
Pubblicato col titolo "L'inconscio attraverso la musica e la vocalità". Il Verri, 1 2, 1993.
ABSTRACT Nella musicalità del parlare si esprime spontaneamente il linguaggio delle emozioni. Questa invisibile rappresentazione degli affetti viene istintivamente colta da ciascuno nei suoni della voce. Gli affetti inconsci trapelano attraverso la musicalità del parlare, così come attraverso i sogni. Le intonazioni della voce contengono cenni dell’inconscio infiltratisi nel discorso sotto forma di segni espressivi canori, sfuggiti alla coscienza, al pari dei lapsus. La musica e, in particolare, le voci del melodramma, sensibilizzando l’orecchio a ritmi, melodie e armonie, lo abituano a cogliere i risvolti fonetici del parlare, a sintonizzarsi con le “voci di dentro”. Per toccare gli aspetti più intimi dell’esperienza altrui, i più difficili da tradurre in parole, bisogna affinare, con l’aiuto della musica, quell’attitudine naturale a trarre dalla prosodia del discorso informazioni sullo stato affettivo degli interlocutori. |
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Di Benedetto - 1992 - Il valore dei suoni nella relazione analitica e nell'ascolto dell'analista |
Pubblicato col titolo "Come udire il non dire". In AA.VV. (a cura di G. Di Marco) Creativita Psicopatologia Arte, Teda ed., Castrovillari, 1995.
ABSTRACT Stabilendo un contatto con qualcosa di inaudito e non visto, trasmesso dai suoni della voce, l’analista predispone una silenziosa forma di “holding”, che incoraggia i contenuti dell’inconscio a venir fuori, con la fiducia di essere accolti ed ospitati nello spazio psichico di un’altra persona, prima di essere trasformati in rappresentazioni verbali. Un’area d’ascolto capace di reverie acustica risulta particolarmente utile, quando l’analisi si trova in una impasse. Occorre allora sottrarsi all’abbaglio visivo del materiale associativo e onirico e accostarsi agli enunciati verbali affinando la propria sensibilità ai suoni più che lo strumento interpretativo. Ciò predispone un nuovo spazio mentale a quanto viene trasmesso al di là delle parole. |
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Di Benedetto - 1995 - Insight pre-verbale ed esperienza estetica |
Pubblicato col titolo “Pensare il sentire e pre-sentire il pensiero”. In AA.VV. (a cura di P. Bria e F. Oneroso), L’inconscio antinomico.Sviluppi e prospettive dell’opera di I. Matte Blanco, F. Angeli, Milano, 1998.
ABSTRACT Al terapeuta il paziente chiede spesso di funzionare, non tanto come intelligenza che spiega le cause, ma come interlocutore capace di interagire con i livelli non ancora mentalizzati della sua psiche, un interlocutore disposto ad attraversare territori oscuri, frequentati da immagini assurde, e disposto a rinunciare temporaneamente a spiegarne la logica o la struttura, accontentandosi di coglierne i movimenti, il traffico, i continui scambi nelle zone di transito, al confine corpo-mente, ricche di materiale immaginativo e sensoriale. Le opere d’arte aiutano a percorrere alcuni di questi itinerari assurdi, fungendo da guida nell’esplorare territori ignoti e aprire la strada ai “pensieri non pensati”. Gli oggetti artistici, promovendo un sognare vigile e un atteggiamento contemplativo del pensiero sognante, provocano un impercettibile viraggio dalla visione esterna a quella interna e la contemplazione del proprio scenario interiore, una sorta di “insight estetico”. |
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Di Benedetto - 1997 - Tavola rotonda sul Flauto Magico di Mozart |
Pubblicato col titolo “Il Flauto Magico. Un’iniziazione all’insight estetico-musicale”. Psiche, IV, 1, 1996, e nel libro Prima della parola. L’ascolto psicoanalitico del non detto attraverso le forme dell’arte, F. Angeli, Milano, 2000.
ABSTRACT Leggere un’opera d’arte, per essere pensati dall’artista, non è eresia psicanalitica, ma un programma freudiano. Fu infatti la grande poesia tragica di Sofocle a suggerire l’Edipo e i fondamenti della Psicoanalisi. Il ribaltamento di prospettiva, nel caso de Il flauto magico è pienamente giustificato dall’andamento narrativo e musicale dell’opera. Un sorprendente succedersi di eventi, capovolgimenti e trasformazioni si possono cogliere nei personaggi, nella vicenda e nelle strutture musicali fruizione dell’opera. La magia della musica mozartiana consiste, tra l’altro, nel riuscire a far sì che l’ingenuo piacere di una fiaba, di un’avventura iniziatica, si ribalti e diventi per lo spettatore l’inizio di un viaggio introspettivo, ovvero l’inizio estetico di un insight. |
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Di Chiara - 1981 - Psicoanalisi come scienza: il contributo di W.R. Bion |
Lavoro presentato in occasione di un convegno su Bion organizzato dal Centro di Psicoanalisi Romano il 28 marzo 1981. Pubblicato su Rivista di Psicoanalisi 1981 n. 3-4 pag. 452-458 |
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Di Chiara - 1990 - Tre fattori fondamentali della esperienza psicoanalitica. L'incontro, il racconto e il commiato |
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Di Renzo - 1991 - Discussione del lavoro di Barbara Piovano: Un progetto di ricerca condotto attraverso analisi parallele a madre e bambino in tre casi di psicosi infantile |
Lavoro presentato al Centro di Psicoanalisi Romano l'8 febbraio 1991 |
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Donati Bourne - 1998 - Caso clinico per discussione con Dr. Arnold Modell |
Lavoro presentato al Centro di Psicoanalisi Romano il 6 novembre 1998 |
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Donati Bourne - 1998 - Three snapshots of an analysis |
Lavoro presentato al Centro di Psicoanalisi Romano il 6 novembre 1998 |
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