Vorrei vivere in una casa bene, comune, passeggiando in un corridoio, umanitario; al posto di un bagno, di folla, ci sarebbero tripli o quadrupli servizi, sociali (non sevizi!); ci sarebbe un arioso soggiorno che non si dà delle arie, un soggiorno con "permesso di" annesso; ci sarebbero delle camere da letto, e riletto, perché in tanta confusione abbiamo bisogno di equi libri, di letture ponderate; ci sarebbero numerose pareti, ma non da scalare in cordata, solo a tracciare dei limiti permeabili; ci sarebbero delle scale, perché forse è cambiata la musica. Un edificio edificante, con un rispostiglio dove almeno qualcuna delle domande che ci assillano possa trovare riscontro; una casa con una metratura adeguata, perché l'angolo cottura, o magari l'angolo bagno, non finiscano per tradursi in un angolo casa.
P.S. se proprio si deve essere messi all'angolo, che sia un angolo custode dove si possa riposare e sentirsi protetti!
Spesse volte i bambini fantasticano di esser figli di un qualche essere superiore, ma io da piccolo non riuscivo a immaginarmi neanche di essere il figlio di Nettuno.
Mio padre, un padre Terno, fanatico del LOtto, un sospettoso dietrologo appassionato di Sette, ma purtroppo ignorante del Sei, un padre che ha pronunciato tutti i Bò che aiutano a crescere.
La mamma era bella, una starlette che voleva far carriera nel mondo della spettacolo a costo di arrampicarsi sugli spacchi; non amava esser presa per una sciocchina superficiale ed era sempre attenta a riScattare la propria immagine, quando il selfie era venuto mosso. A 16 anni, io non ero l’ Adonescente che lei avrebbe voluto, questo lo capivo bene.
A un certo punto mi sono buttato giù, diventando un fannullone interamente votato a una pausa. Detto in parole povere: rimasi senza un soldo. Come un portiere al momento del rigore, non sapevo dove andare a parare.
Divenni un cacciatore di doti, cercavo in ogni donna quello che mi mancava.
Vivevo col naso per aria, in attesa che la mamma scendesse dal cielo! Ma al massimo trovavo delle signore bene dalle firme generose.
Avevo cominciato a bere pesantemente e a non mangiare. M’ero ridotto a una larva. Nei miei Processi mentali, sedevo davanti a una platea di Nemici Giurati, imputato di omicidio corposo.
Poi, ho fatto un incontro che mi ha cambiato la vita: un allenatore di atletica leggera, un tipo che lascia correre.
Un tipo all’umano, che vede il mondo all’acqua di cose. Mi ha insegnato a essere più tollerante con me spesso.
Mi diceva cose come: “Non farti schiacciare dal perfezionismo: pensi che un grande atleta che arriva sempre primo non sarebbe capace di battere la fiacca?”. Oppure mi incoraggiava: “Prima o poi, arriva sempre un benefico vento di Sciroppo a portar via un’epidemia di bronchite”.
Adesso va molto meglio, ho un lavoro e una fidanzata. È stato difficile, però penso che la vita offra a tutti un Pronto Occorso, una seconda occasione.
Penso che la vita ci lanci sempre un Ancòra di salvataggio. Prendiamolo al volo!!