
(a cura della redazione )
Perché un tennista gioca meglio di dritto e un altro di rovescio? Come si spiega la discontinuità del rendimento o la difficoltà a imparare i movimenti corretti? Esiste una tendenza a perdere? In questo articolo dal valore storico, ma non solo, Giulio C. Soavi, appassionato giocatore di tennis ed originale pensatore, propone una lettura psicoanalitica del rapporto tra il tennista e i movimenti per colpire la palla e più in generale con lo svolgimento del gioco, introducendo lo sguardo della psicoanalisi al linguaggio del corpo di cui si è per lo più inconsapevoli. La descrizione di aspetti emotivi e di tratti di personalità del giocatore che ne compromettono le prestazioni, viene accompagnata dal suggerimento di eventuali soluzioni tecniche o psicologiche.
L’articolo è stato pubblicato nella sezione Opinioni della rivista Movimento 4, Numero 2, 1988.
Vedi anche
Giovanni Meterangelis, Fusionalità e svolta relazionale. 2021
In ricordo di Giulio Cesare Soavi, di Claudio Neri (2021)