Giovedì, Aprile 25, 2024

L'Angolo Custode - Prìncipi, princìpi, principii, di Guido Berdini

Oggi, 6 aprile 2023, il Piccolo Principe, capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry, scritto nel 1942, uscito a New York il 6 aprile 1943, festeggia i suoi 80 anni. Tra i libri più venduti al mondo, tradotto in oltre duecento lingue, continua ad essere un'eccezionale narrazione di profondi sentimenti e temi universali.
Lo vogliamo omaggiare con una proposta di Guido Berdini, all'interno della sua Rubrica L'Angolo Custode.

 

Non tutti sanno che i libri hanno un'anima e, per dirla tutta, i libri de Il Piccolo Principe di anima ne hanno avuto in dote una razione generosa.
Per la ricorrenza del 6 aprile le centinaia di edizioni fatte nel corso di otto decenni avevano deciso di darsi appuntamento in un gigantesco salone. C'erano edizioni di tutti i generi e messe insieme facevano un gran vocio.
Però, non diversamente dagli esseri umani, anche i libri più dotati possono non avere un bel carattere, tipografico, possono fraintendere, schierarsi, entrare in contrasto. Il clima lieto finì molto presto e in breve cominciarono a formarsi dei gruppetti.
Gli aristocratici volumi da collezione, con legature di lusso, decorati con lettere d'oro, dalle copertine in cuoio pregiato, non si consideravano per nulla “piccoli”, ma piuttosto “Grandi Prìncipi”. Non degnavano gli altri libri di uno sguardo: “Ascensore sociale? Per carità! Noi per salire e scendere ci serviamo solo di scale nobili!”.
Poi c'erano quelli molto attenti allo spirito dello scritto, quei “Sempiterni Princìpi” di amicizia, vicinanza, lealtà. Sospinti dai loro valori etici, avevano preso il vezzo di costellare i loro discorsi della parola “morale” che, ogni volta che la pronunciavano, li empiva di orgoglio e senso di superiorità.
Infine c'erano i Principii, le primissime edizioni stampate, assai avanti negli anni, con le pagine ingiallite, i bordi mangiucchiati, ma fiere di questo, come fossero segni della loro rilevanza: “Avete visto questi presuntuosi sbarbatelli con le pagine inchiostrate di fresco? La nostra carta invece odora di maturità e saggezza!”.
Cominciarono tutti a discutere animatamente di dove, in Principi, dovesse cadere l’accento, o se ci volessero due “i”. Non riuscendo a intendersi, proseguirono rivolgendosi gli uni gli altri frasi irrispettose.
“Care edizioni Ancien Régime: credete di essere dei Nobili Prìncipi? Ma non vedete che siete pieni di Re fusi?- dicevano alcuni scandendo le sillabe - Nobili dei nostri stivali, i vostri titoli al massimo sono quelli di coda!”, e giù grasse risate.
A quelli del gruppo dei Principii li avevan soprannominati “Principianti” (cosa che li mandava su tutte le furie) e gli rivolgevano frasi come: “In principio era il Verbo, … poi vennero l’attributo e il complemento d’agente!”, e giù altre risate.
Frutto dell’ingegno di qualcuno, si sentiva pure risuonare per il salone un beffardo “Morale della favola? Libri etici in tavola!”, e giù ancora a ridere sgangheratamente.
La situazione si accese e volarono epiteti coloriti: “Libraccio! Calepino! Quadernuccio! Brogliaccio! Scartoffia! Mattone! Infimo Scartafaccio! Volumone Insulso! Faccia di pergamena! Ammasso di fogli! Che bel tomo che sei!”. “Siete tutti della stessa risma!”, esplose allora un libro decorato in oro; “Carta da macero!”, urlavano gli altri; “Brutti avanzi di cellulosa!”, replicavano altri ancora.
Come spesso succede nelle liti, non vennero risparmiati i rispettivi antenati: da una parte all’altra del salone rimbalzavano offese a codici, incunaboli, in-folio, manoscritti, pergamene, papiri, finanche tavolette cuneiformi e pelli d’animale.
Tirare in ballo gli antenati produsse un clima incandescente, al di là di ogni impaginazione! Gli equi libri sembrarono perduti per sempre.
In mezzo al frastuono infernale non si poteva certo udire la voce flebile di un minuscolo libriccino, un Piccolo Principe tascabile per tasche in miniatura, che si sforzava invano di farsi udire per riportare la pace tra i suoi confratelli.
“Se le parole non riescono più a immaginare- pensò il piccoletto - le immagini posson bene parlare”.
Tirò fuori dalla sporta un proiettore microscopico e lo puntò deciso verso un muro Maestro.
Cominciarono a scorrere, dapprima lentamente, poi più rapidamente, delle nitide immagini: il biondo Principe e l’aviatore, il deserto, l’asteroide B 612, i tre vulcani, il boa con l’elefante, la pecora, il fiore civettuolo, gli asteroidi dal 325 al 330, gli arbusti di baobab, il Re solitario, il vanitoso, l’ubriacone, l’uomo d’affari, il lampionaio, il geografo, la volpe.
I personaggi disegnati dall’ autore si alternarono sul muro Maestro, e la sequenza venne ripetuta più volte.
Piano piano, il frastuono si trasformò in voci meno concitate, poi in brusio e infine in silenzio.
Un silenzio ha-senso, nel quale ognuno poteva ritrovare i propri pensieri e iniziare a condividerli con gli altri.
A questo punto, il libriccino parlò più forte che poteva:
“Fratelli libri, non litigate tra di voi, non vi contrapponete; ognuno di voi è indispensabile e, coi suoi caratteri, arricchisce la nostra comunità. C’è spazio per tutti. Sicché non discutete su come vada pronunciata la parola, se siano Princìpi, Prìncipi o Principii. Ponete l’accento sull’ accanto, guardate il vostro vicino e andate di filato ad accendere un mutuo, soccorso”.
Un applauso fragoroso seguì le sue parole.

 

 

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