Domenica, Giugno 15, 2025

Familia (Note di Mariaclotilde Colucci)

Anno: 2024

Regista: Francesco Costabile

Sceneggiatura: Francesco Costabile, Adriano Chiarelli, Vittorio Moroni

Genere: drammatico

Durata: 124’

 

…Nel nome del Padre, del Figlio e della Madre.

Lultima pellicola di Francesco Costabile - Familia”, presentata in concorso nella sezione Orizzonti[1] alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia, ci guida tra i fatti realmente accaduti ad una famiglia qualunque, e narrati nella trasposizione cinematografica. Il film racconta la storia vera dei protagonisti, tratta libro Non sarà sempre così” (2017)[2].

La regia di Costabile mette in scena la violenza, in un ambiente domestico che è un luogo di detenzione fisico e psichico per tutti i membri del gruppo familiare controllato del capo famiglia, il padre, che entra ed esce di prigione. Dopo dieci anni di assenza, l’uomo torna nella vita della moglie e dei figli rivendicando il diritto di paternità. I ricordi della violenza perpetrata e degli abusi fisici e psichici subiti sono impressi nella mente dei due ragazzi. Ambientato nella periferia romana, il film esplora alcuni temi sociali drammaticamente attuali: la violenza domestica e l’assenza di welfare che garantisca il supporto psicologico e l’assistenza socioeconomica adeguati alle donne vittime di violenza, e ai loro figli, che denunciano per provare a ricostruire una famiglia dopo un passato di abusi e violenze.

Il cinema di Costabile si caratterizza per il racconto, a tratti onirico, di storie di vita umana a partire da esperienze traumatiche vissute nell’infanzia e che lasciano ferite profonde in chi le vive. Tracce di memorie traumatiche che accendono la rabbia, che dopo un lungo tempo di incubazione si manifesterà in un’occasione propizia apparentemente tranquilla, ma che tiene tutti in allerta per la permanente minaccia e messa in pericolo, senza soluzione di continuità.

La parola latina "familia"indica il complesso di schiavi e servi che vivevano sotto un unico tetto.I “famuli” nell’antica società domestica erano un gruppo di persone legate da vincoli di parentela, i membri della casa uniti per legame di sangue, compresi i figli sottoposti alla potestà del pater familias”.

L’escalation di violenza, ben rappresentata nel film, delinea la dinamica intra e interpsichica dei personaggi che spinge in un’unica direzione; una sorta di necessario determinismo che esita, come unica via duscita, nella uccisione del pater familias che li ha resi schiavi, e liberarsi dalla paralisi e dal controllo spazio-temporale in cui madre e figli vivono: assoggettati da chi desidera diventare il “padrone del rapporto” infliggendo un forcing costante e capillare di maltrattamento e predazione, che associato a paura, manipolazione e pressione eccessiva, ha come sottesa conseguenza la privazione di libertà e di desiderio.

Secondo P. C. Racamier (2003)[3] ogni sofferenza risulta da un malessere vissuto che oltrepassa le capacità normali di adattamento dell’Io individuale o dell’Io familiare. Nella topica delle sofferenze familiari, la reazione di ogni organismo sia esso corporeo che psichico, individuale o familiare è di scacciare via la sofferenza: di sottrarsi ad essa, di neutralizzare le cause si suppone la determinino. Riferendosi alla distinzione freudiana di angoscia libera e angoscia legata Racamier distingue a sua volta la sofferenza psichica legata (legata dalle difese) dalla sofferenza psichica libera, che rimane fluttuante. Nei casi in cui la sofferenza familiare viene evacuata e non solo proietta, ma agita, abbiamo due casi distinti: Il primo caso in cui l’evacuazione proiettiva si effettua al di fuori della famiglia; il secondo in virtù di una proiezione intra-familiare, l’evacuazione si effettua su uno dei suoi membri, eletto come organo ipocondriaco familiare e inseguito designato. Il parricida, come figurante predestinato, fa parte dei numerosi figuranti predestinati, angeli che si trasformano in demoni, ed è elemento sintomatico del substrato violento narcisistico-incestuale di un non lutto. Un lutto di un padre mai fatto da una madre e che pesa su di un figlio ancor prima della sua nascita.

Come ci ricorda Eiguer[4] (2005) l’Edipo non è “filiale” ed in esso si esprimono le due tendenze dell’incesto e del parricidio. La parola "filiale" indica una relazione di figlio con i propri genitori, ma nella accezione di Eguier, affinché l’Edipo possa svilupparsi il bambino deve poter riconoscere ciascuno dei suoi genitori come tali, come coloro che lo hanno “generato”. A causa delle circostanze tragiche della sua vita, e in un particolare contesto familiare, Edipo, non può essere definito come “filiale”, poiché le sue azioni sono guidate da un destino oscuro che lo porta a intraprendere comportamenti che violano il suo ruolo di figlio.

“Ignaro” delle sue origini, si trova a commettere azioni che lo rendono in qualche modo "non filiale”: Ignorando la sua relazione filiale Edipo uccide il padre.


[1]Francesco Gheghi, attore protagonista e interprete di L.C. ha vinto il Premio per la miglior interpretazione maschile.

[2]Non sarà sempre così” di Luigi Celeste, Edizioni Piemme, 2017.

[3] Paul Claude Racamier, (2003) Incesto e Incestuale. Franco Angeli, 2016

[4] Alberto Eiguer (2005) Nuovi ritratti del perverso morale. Edizioni Borla, 2006

 

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