Venerdì, Aprile 19, 2024

Strani accoppiamenti in adolescenza (Licorice Pizza, di Paul Thomas Anderson, 2021). Note di Adriana d’Arezzo

In un primo momento Il titolo del film mi è parso poco accattivante, mi sono chiesta cosa significasse e il suo senso, con una breve ricerca ho scoperto che l’origine della denominazione LP per i 33 giri in vinile, sopravissuta nel tempo, deriva da come, nello slang californiano in voga negli anni 70, veniva condensata la forma del disco, simile ad una pizza, con il colore della liquirizia. Sintesi di indubbio successo.

 

Anderson ha spiegato: "Se devo pensare a due parole che mi fanno tornare alla mia adolescenza e al desiderio di correre di qua e di là senza meta quelle sono liquirizia e pizza. Sono due termini che mi riportano immediatamente a quel tempo. Le ho scelte come titolo perché sembravano racchiudere le atmosfere del film, sembravano riuscire a catturare lo stato d'animo che stavo cercando".

 

In realtà, dopo aver visto il film ritengo che, ad un altro livello, l’autore alluda, anche al di là delle sue dichiarazioni, ad una insolita combinazione tra sapori e colori emotivi, all’attrazione che nasce quasi misteriosamente tra persone legandole tra loro, intrecciando bisogni, aspettative, sogni di ciascuno. Indaga quei processi psichici propri dell’adolescenza che mescolano mete differenti interconnesse: soggettivazione e scelta del partner. Tale ricerca era stata in realtà già avviata da P.T. Anderson nella sua opera precedente, “il filo nascosto”, anche in quel film infatti, indagava la relazione di una coppia tra un famoso stilista di moda francese e una giovane apparentemente sottomessa e inerme. In un contesto estetizzante, la ricerca della perfezione rischiava di bloccare l’evoluzione dei protagonisti inchiodandoli in relazioni familiari mortifere. Anche lì al centro il tentativo di autocura di ciascuno passava per l’investimento in una relazione che al medesimo tempo salvifica e temuta, desiderata e odiata. Come in un viaggio a ritroso quest’opera pone al centro le prime relazioni dell’adolescenza.

Pizza e liquirizia convivono molto male, come di fronte a certe coppie siamo indotti a domandarci: che ci fanno insieme quei due?

 

  

Il film

La storia è ambientata nella California degli anni 70, anche allora, come oggi, c’era la crisi petrolifera a controbilanciare il ‘sogno americano’, contesto che si presta perfettamente a costituire lo sfondo di vicende apparentemente molto semplici, gruppi di adolescenti, nascita di legami sentimentali.

Gary, un quindicenne grassottello e brufoloso, è improvvisamente attratto da Alana, anche lei non particolarmente attraente, che di anni ne ha 25. Lei ripetutamente lo rifiuta e scappa via, sentendosi forse umiliata da un corteggiatore-ragazzino che testimonia e la rinvia alle sue paure del fallimento, allo scarto tra la realtà e la fantasia, ai limiti imposti alle prestigiose relazioni dei suoi sogni, quelle fantasticate  con uomini di successo, potenti e belli, coi divi del cinema di cui ci si può innamorare all’istante. Ma Gary è testardo, sembra piuttosto sicuro di sé, non demorde, non teme i palcoscenici si mette in gioco come attore, si lancia in iniziative imprenditoriali mentre lei sembra bloccata dalle sue stesse irraggiungibili mete, come dal suo falso sé che la espone ad inevitabili delusioni. Gary trascina con sé Alana e le fa sperimentare un coraggio inusuale per lei.

 

 

Pensieri di un’analista intorno al film.

Gli psicoanalisti che si occupano di adolescenza perlopiù concordano nel considerare l’adolescenza una importante ‘seconda chance’ dello sviluppo psico-affettivo di ciascun individuo che risente in maniera sorprendente delle vicissitudini delle prime relazioni oggettuali.

La maniera in cui Anderson narra le vicende amorose di Gary e Alana ha il pregio di mettere a fuoco alcuni importanti elementi che caratterizzano la scelta del partner in adolescenza. I ragazzi protagonisti sembrano cresciuti in modo diverso, rincorrono, senza saperlo, un incontro risolutivo.

Il tessuto sensoriale in cui la storia è immersa, i suoni, la musica che accompagna le scene come parte integrante del vissuto dei protagonisti. I loro corpi, la pelle con la sua grana e le sue imperfezioni, il sudore di cui ci sembra di percepire gli odori. Siamo invitati a riflettere sul tumulto mente-corpo che caratterizza l’adolescenza, le rapide trasformazioni indotte dal mutato assetto endocrino si mescolano ai mutamenti nelle relazioni sociali, all’importanza assunta dai gruppi di coetanei che rimpiazzano i riferimenti familiari. “Gli stimoli sensoriali non integrati a causa di una carenza ambientale producono così una carenza nella personalizzazione e nell’integrazione corpo-mente che con varie vicissitudini, nelle fasi successive della vita, potrebbe rimanere “congelata”, “catalogata” o generare disturbi della personalità, difetti del pensiero” (A.M.Nicolò 2021).

La difficile costruzione di sintonia tra i due ragazzi è efficacemente rappresentata dai ritmi motori con cui le vicende si svolgono. Sempre di corsa, l’uno verso o contro l’altro, via lontano dall’altro, attratti altrove da qualcuno o qualcosa che sembra possedere davvero quanto desiderato ma che poi si rivela non raggiungibile e infine deludente. “La contrapposizione tra investimenti narcisistici e investimenti oggettuali (Jamnet 1992) nodo cruciale dell’adolescenza, può portare alcuni soggetti ad avvertire l’investimento pulsionale come un rischio per la fragilità della base narcisistica e minare i processi di soggettivazione (Cahn 1998).” (F.D’Alberton- Spipedia).

Sullo sfondo si intravede la complicata famiglia di Alana, inospitale e urlante, un luogo in cui non c’è spazio per l’ascolto e da cui si preferisce scappare. Una famiglia litigiosa difficilmente può essere in grado di fornire esperienze di rispecchiamento capaci legittimare, in seguito, l’ascolto delle proprie emozioni nell’incontro con l’altro. La famiglia di Gary resta più in ombra ma la facilità con cui lui investe sul suo futuro osando e sfidando il mondo adulto ci consente di fare qualche ipotesi, è forse in questa differenza che si annidano le ragioni di un richiamo che risulta difficile da comprendere per gli stessi protagonisti. Attraverso la relazione tra i due si fa strada in entrambi la possibilità di avvalersi in qualche modo dell’esperienza dell’altro, tenendo a bada la paura del futuro e riprendendo un cammino lasciato in sospeso.

Qualcosa trattiene l’uno all’altra, come un vincolo invisibile, che fa sì che i loro sguardi continuino a cercarsi tra mille. Una complessa profonda intesa inconscia, quella alleanza che Kaës pone alla base di tutti legami affettivi, che risente delle relazioni con i primi oggetti ed anche del tessuto intersoggettivo dei gruppi di appartenenza. “Essa rende possibile con un’azione comune soddisfare interessi comuni o diversi e raggiungere degli scopi che non potrebbero essere raggiunti da ciascun soggetto isolatamente” (Kaës 2018).

Qualcosa di percepito al di là dell’esplicito, che cementa le relazioni amorose sulla promessa immaginaria di un incontro con un ‘oggetto trasformativo’ (Bollas 1989).

 

 

Bibliografia

Bollas C. (1987), L’ombra dell’oggetto Tr.it (1989) Ed. Borla pp. 24-30.

D’Alberton F. Spipedia.

Kaës R. (2018) in: La cura psicoanalitica contemporanea a cura di: Bastianini T. Ferruta A. G. Fioriti Editore p.46.

Nicolò A.M. (2021), Rotture evolutive Raffaello Cortina Editore, p.99.

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