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Georg Baselitz: Eroi - Palazzo delle Esposizioni - Roma, 4 marzo - 18 giugno 2017 a cura di Stefania Salvadori

Questa mostra è stata ideata dallo Städel Museum di Francoforte, e realizzata in collaborazione con il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Moderna Museet di Stoccolma e il Guggenheim Museum di Bilbao.

 

A cura di Max Hollein con Daniela Lancioni.

 

Se fossi nato in un altro modo, in un altro luogo, di certo avrei potuto realizzare quadri più felici. Oggi non esistono gli ideali. Sono stato messo al mondo in un ordine distrutto, in un paesaggio distrutto, in un popolo distrutto.” G.B.

 

 

Mostra molto ben concepita e curata, densa, quasi tutta concentrata sugli inizi tormentati della ricerca espressiva di Georg Baselitz.

Nato nel 1938 prima della caduta del Nazismo, cresciuto nella Germania Democratica dove frequenta incompreso l'Accademia delle Belle Arti, si trasferisce ribelle nella Germania Federale prima della costruzione del Muro di Berlino. B. lavora in totale solitudine a questo ciclo di Soldati, Pastori, Ribelli, Partigiani, Pittori… (in questa mostra rinominati Eroi) a ventisette anni, di ritorno dal soggiorno di 6 mesi a Firenze, immerso non a caso nello studio del periodo del Manierismo, durante il quale, nel 1527, avviene il Sacco di Roma con la sua tremenda distruzione da parte dei Lanzichenecchi.

Fa riflettere infatti che B. dipinga questo insieme di lavori durante gli anni 1965 e 66, poco dopo la costruzione del mortifero Muro di Berlino (1961) che ha diviso il suo paese in due metà e opposte ideologie; e a pochi anni (visti da ora) dalla fine della guerra che tanta vergogna ha depositato sulle macerie della Germania dopo Hitler e l'olocausto, su quella generazione e sulle generazioni successive. Uno spartiacque che lascia una società oltre che l'umanità distrutta dall'orrore che coinvolge anche l'idea dell'Europa vissuta fino allora.

L'opera di B. sembra portare coraggiosamente alla luce in paesaggi desolati la sofferenza identitaria di una nazione lacera amputata bucata che sta cercando di risorgere in un Nuovo Tipo di Eroe, questa volta precario conflittuale fragile. Ricerca che ha la forza autentica di chi rifiuta schemi, soprattutto ideologia e ordine precostituito, anzi, in odio di questo.

Con grande interesse, da questo punto di vista, si guarda agli scritti, gli inchiostri, incisioni, disegni e schizzi per il Primo Manifesto Pandemonico (1958) in cui un B. del tutto sconosciuto, solo ventenne, aderisce con rabbia disperata e anarchica alla sofferenza e furia poetica di Antonin Artaud per vomitare il disgusto per qualcosa di appena accaduto.

Nella pittura successiva riprende, direi nello stesso senso, l'uso metaforico antiborghese della sessualità maschile esibita spudoratamente per esprimere, ipotizzo, le vicende della creatività castrata e intrappolata nell'immagine lasciata da quella guerra terribile.

Antibellezza, anticonformismo, individualismo, bisogno assoluto di verità, sincerità, fedeltà senza concessioni alla propria ispirazione 'primitiva'.

B. sperimenta nella sua ricerca pittorica, e inventa i quadri cosiddetti 'quadri fratturati' dove mentre dipinge un soggetto si interrompe e lo prosegue cominciando da un altro punto per tre o quattro volte, con l'intenzione, mi pare, di rompere in questo modo la continuità ideale del Soggetto, del Significato, cioè l'integrità del figurativo, con una scelta originale, diversa dall'informale o dall'espressionismo astratto delle avanguardie di quel periodo

Sembra che voglia sovrapporre l'Eroe Nuovo, o l'Artista, alla natura dell'Albero spogliato, immagine forse del sacrificio, premonizione forse di una resurrezione.

Infatti nella disperazione claustrofobica degli accenni di ambiente, è la pittura lo spazio di riscatto che si apre con la sua impudica libertà, incertezza, potenza, che compone colori, anche tenui o bianchi, e timidamente introduce la tenerezza di un piccolo carretto di contadino pieno di sacchi di semi.

La mostra si conclude proponendo i Remix del 2007 e 2008 in cui B. riprende gli stessi personaggi e li rinomina Eroi.

Fa rabbrividire trovare fra questi l'immagine tabù, provocatoria, di Hitler.

B. affronta, indaga, con una pittura libera e semplificata, la presenza del Male in noi, grandi Eroi del presente.

 

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