I conti non tornano, e i torni non contano (povera manifattura meccanica!).
Il Reale non si spiega ai nostri voleri, la pizza è capricciosa, l'aria è viziata (ci sarà stata una fuga di Caos?). Le parole sono vane: abbondano i dì scorsi fuori luogo e i (sup) posti fuori tempo.
Abbiamo perso le coordinate, e le subordinate, siamo spiazzati, sviati, non possiamo svicolare di fronte a paradossi che fanno un baccano assurdante. E non abbiamo nessun penSiero della Verità da iniettarci! Sentiamo la Terra mancarci sotto ai piedi e temiamo di perdere la Regione. Come lattanti a cui sfugge il capezzolo materno e non riescono a sperare nel seno di poi, ce ne stiamo ammutoliti, invasi da un Terrore senza Come, senza Dove, Quando, Perché…….
Se poi in cerca di un ubi consistam ci venisse in mente di arrestare il tempo, lasciamo perdere, verrebbe subito rilasciato con il condizionale: potrebbe vorrebbe dovrebbe passare, trascorrere, fluire........
Certo, come al solito ci sono quelli che, di fronte a tanta anarchia, propendono per la soluzione autoritaria e auspicano l'intervento dei Sol Dati Reali, perché tutto riprenda a funzionare a Pieno Regime.
A questo riguardo, se permettete faccio un appello, ma per favore non rispondete “Presente”! Ricordatevi cosa vuol dire vivere sotto Dettatura, con gli errori di ortodossia nei compiti a casa corretti con la matita rossa e blu da un Uomo Sorte che prefigura il destino.
Ma allora non accettando le scorciatoie della Dettatura, e sopportando la confusione, potremmo riuscire a parlare di realtà?
L' alternativa parrebbe secca: frasi fatte o frasi Fatti? Semplicità ingannevole: sappiamo che la cruda realtà, i nudi dati non esistono (li denuncerebbero per fatti osceni in luogo pubblico!): avete mai incontrato per strada un accadimento reale a cui possiate chiedere in modo imperioso: "Favorisca subito la sua carta di datità!"?
E allora dovremmo rassegnarci alla nostra ignoranza come fosse un dato di Fato?
Non proprio, però per penetrare i vari aspetti della Realtà bisogna spremersi le meningi e faticare. Come geometri acrobati davanti a un trapezio che, chiusi nelle loro circo-stanze, fanno salti mortali pur di disegnare belle figure.
Non basta dunque fare discorsi a braccio, magari dopo aver alzato il gomito (con la scusa che In Vino Veritas); bisogna esser pronti a dare tutti i dati, ma anche le date (se non volete esser tacciati di Ma- Chi?- Smo). Bisognerebbe tornare ai modelli, alle teorie di modelli che ci potranno sfilare davanti agli occhi. Modelli eleganti, si spera, ma anche modelle. La curvatura dello spazio tempo, la “bona forma” di tanti oggetti-eventi della natura, ci fa privilegiare modelle (o modelli, fate voi) curvy, magari con costrutti autoreggenti.
Per cui, prepariamoci alla sfilata!