Giovedì, Maggio 09, 2024

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

I cookies sono dei piccoli file di testo che, trasferiti sull’hard disk del computer dei visitatori, consentono di conoscere la frequenza delle visite e quali pagine del sito vengono visitate dai netizen. Si tratta di dati che non permettono di procedere all’individuazione dell’utente (ma la sola provenienza dell’azienda), non incrociamo le informazioni raccolte attraverso i cookies con altre informazioni personali. La maggior parte dei browser può essere impostata con modalità tali da informarla nel caso in cui un cookie vi è stato inviato con la possibilità, da parte sua, di procedere alla sua disabilitazione. La disabilitazione del cookies, tuttavia, può in taluni casi non consentire l’uso del sito oppure dare problemi di visualizzazione del sito o delimitare le funzionalità del medesimo sito, pur se limitatamente ad aree o funzioni del portale.

La disabilitazione dei cookies consentirà, in ogni caso, di accedere alla home page del nostro Sito. Non viene fatto uso di cookies per la trasmissione di informazioni di carattere personale, né vengono utilizzati c.d. cookies persistenti di alcun tipo, ovvero sistemi per il tracciamento permanente degli utenti. L’uso di c.d. cookies di sessione (che non vengono memorizzati in modo persistente sul computer dell’utente e svaniscono con la chiusura del browser) è strettamente limitato alla trasmissione di identificativi di sessione (costituiti da numeri casuali generati dal server) necessari per consentire l’esplorazione sicura ed efficiente del Sito. I c.d. cookies di sessione utilizzati sul Sito evitano il ricorso ad altre tecniche informatiche potenzialmente pregiudizievoli per la riservatezza della navigazione degli utenti e non consentono l’acquisizione di dati personali identificativi dell’utente. Coloro che intendono avvalersi della sezione riservata del sito prestino attenzione alla specifica informativa anche relativamente all’uso dei cookies.

Report di Roberta Patalano su “Gruppo” (12 maggio 2018)

Sabato 12 maggio si è svolta presso il Centro di Psicoanalisi Romano una mattinata di lavori dedicata al Gruppo, a partecipazione aperta e gratuita, condotta dal segretario scientifico del centro Alfredo Lombardozzi e dai relatori Claudio Neri, Alessandro Bruni e Paolo Cruciani. Il seminario ha tratto spunto dalla recente pubblicazione per Raffaello Cortina Editore di una nuova edizione di “Gruppo”, il volume che Claudio Neri ripropone in una nuova veste arricchita ed aggiornata. La mattinata ha subito acquisito un’impronta di fondamentale vitalità, associando l’autorevolezza e l’esperienza dei relatori all’atmosfera informale e aperta che si respirava tra i numerosi partecipanti.

Dopo la presentazione di Lombardozzi, Claudio Neri prende per primo la parola e ricostruisce la nascita del modello teorico che impiega nel lavoro con il gruppo, sviluppato a partire dagli anni ‘70; ascoltando, entriamo in un clima di esplorazione e ricerca che ha coinvolto un’intera generazione di analisti, accomunata da un obiettivo concreto ma anche da amicizia e affetto. Ci sembra di entrare in un dialogo a più voci tra colleghi e allievi di Corrao, che fissano due coordinate di fondo per lo sviluppo del discorso: la rinuncia ad importare nel lavoro sul gruppo gli strumenti concettuali della psicoanalisi tradizionale (duale, individuale, classica) non perché non siano presenti (anche) nel gruppo, ma perché non sono specifici di tale contesto operativo; l’importanza di considerare il gruppo come un insieme diverso dalla famiglia e dalle sue dinamiche. Nelle parole di Neri, “il gruppo psicoanalitico non troverà corrispondenza in un “gruppo interiore” dei singoli membri, un piccolo Panteon formato dalle rappresentazioni delle persone affettivamente importanti. Sarà piuttosto una situazione relazionale e collettiva sconosciuta, che potrà risuonare in modo nuovo in ognuno dei partecipanti. Sarà anche uno spazio di transito tra pensieri individuali e pensieri collettivi, uno spazio relazionale e psichico più ampio di quelli individuali”.

Entrambe le scelte incidono sulla immagine associabile all’analista di gruppo: non un rappresentante del padre, ma un co-pensatore che sostiene il pensiero del gruppo senza detenere in modo esclusivo la funzione analitica, piuttosto rappresentabile come “ruotante, talora assunta dal gruppo nel suo insieme, talora da chi prende la parola durante la seduta”.

Un ulteriore aspetto fondante della ricerca italiana sul gruppo, sottolinea Neri, riguarda poi gli sviluppi del concetto di campo. La centralità assegnata al campo ha permesso di fare un avanzamento significativo rispetto all’impostazione suggerita da Bion e principalmente legata al riconoscimento e all’analisi dei conflitti tra gruppo in assunto di base e gruppo di lavoro. In particolare, “l’attività dell’analista e quella del “pensiero di gruppo” non saranno più centrati soltanto sulla individuazione dei disturbanti effetti degli assunti di base, ma anche e soprattutto sul raccogliere, fare evolvere e dare senso ai diversi contenuti del campo”.

In sintonia con questo vertice di lavoro, compito fondamentale dell’analista è mantenere nel gruppo una “buona socialità” affinché “siano accolti più agevolmente, sia i contenuti espressi dai membri del gruppo, sia quelli che originano dall'essersi posti all’unisono con la nuvola di pensieri senza pensatore”.

Nella relazione successiva, attraverso un affascinante excursus tra mito e tradizioni sciamaniche, Bruni propone l’idea che la “malattia” sia una dimensione del gruppo e che essa possa essere proiettata ed evacuata all’interno di un singolo individuo che può prestarsi a ricevere la proiezione diventando “martire o capro espiatorio”. Ne sono esempi Socrate, Cristo, Galileo Galilei o in tempi recenti le pratiche di mobbing per cui un soggetto diviene oggetto di persecuzione da parte dei colleghi e datori di lavoro gruppo, fino al punto di ammalarsi o dimettersi. È altresì possibile però rintracciare prospettive parallele e contrarie in cui nella storia dell’umanità sono comparse strategie che il gruppo adotta per liberare il singolo dalla malattia, ponendolo al centro di “un vero e proprio rito collettivo di guarigione”. È il caso della tragedia greca, dei gruppi multifamiliari o dei gruppi di lavoro sulla dimensione psicosomatica (secondo la prospettiva Patobiografica creata da Luis Chiozza a Buenos Aires e di Fabrizio Franchi attraverso i gruppi di “metavisione”).

In sintonia con Neri, Bruni sottolinea che i concetti della psicoanalisi duale hanno una specificità non immediatamente estendibile al gruppo; e che quest’ultimo ha una natura “originaria” caratterizzata da un “vuoto di storia”: a differenza di quanto avviene in una famiglia non ci sono vincoli di parentela o di conoscenza su cui il gruppo si fonda. La funzione analitica inoltre riguarda l’intero gruppo e non il suo conduttore, fondamentalmente privo del ruolo di “interprete unico” e coinvolto piuttosto nella “necessità di segnalare e "animare" gli elementi interpretativi che il gruppo in toto è in grado di produrre, modulando di volta in volta la scelta comunicativa”.

Cruciani infine introduce la suggestiva immagine del gruppo a sviluppo arborescente per rappresentare il processo di entrata nel gruppo, che non è mai immediato ma si struttura per gradi e richiede la capacità di sintonizzarsi con ciò che accade con il gruppo nel suo insieme.

Egli sottolinea, in proposito, che il libro “Gruppo” non presenta un modello, ma un percorso esplorativo da cui possono nascere più modelli -anche in questo caso, più rami e più traiettorie- per pensare il funzionamento del gruppo. Per avvicinarsi a quest’ultimo è fondamentale tenere bene a mente la distinzione tra gruppo e massa: mentre la massa si forma attraverso una spersonalizzazione graduale che sfocia nella regressione all’indistinto, per far funzionare il gruppo bisogna favorire la creazione di personalità forti.

Da questo punto di vista il gruppo “inventa”, scopre nuove potenzialità che poi restituisce al singolo: proprio ciò che è trans-individuale, si muove negli interstizi e trascende l’individuo consente nel tempo di far maturare ed emergere un individuo nuovo, arricchito da nuove possibilità.

I tanti spunti offerti dai relatori animano un vivace dibattito con la sala, durante il quale si percepisce una partecipazione attiva e disinvolta. Si parla ancora di buona socialità, di racconto efficace, del “buon conduttore” e della formazione dell’analista di gruppo, del genius loci, del ruolo del corpo nel gruppo. Cisi chiede anche quale sia la ricaduta della psicoanalisi di gruppo su quella individuale.

Nelle risposte, brevi per limiti di tempo, viene sottolineato il fondamentale ruolo di garante dell’individualità svolto dal conduttore del gruppo; si riflette sulla iperestesia che connota la seduta del gruppo in contrapposizione alla deprivazione sensoriale che il divano introduce nel setting duale, e sulla dimensione evolutiva che l’appartenenza al gruppo acquisisce per lo sviluppo della mente individuale.

Alla fine del seminario, l’impressione è che ci si trovi immersi in una dimensione insatura in cui c’è il desiderio di sapere di più, capire meglio, approfondire ancora. Un ingrediente particolarmente importante di questa atmosfera sembra essere stato la disponibilità a pensare anche fuori dalle tradizioni più consolidate con cui ci si è accostati e via via immersi nel tema della mattinata, una sorta di disponibilità interna che Claudio Neri aveva ben caratterizzato ad inizio dibattito: “Mi è capitato di parlare qui alla SPI di gruppi 4 o 5 volte nel corso della mia carriera, ma è la prima volta che ho sentito di poterlo fare senza dovermi difendere o giustificare, specificando preventivamente se, quanto e perché mi stessi distanziando dai concetti che uso nell’analisi duale”. La riflessione sul Gruppo ha proprio trovato un suo spazio di libera espressione e piena legittimità.

София plus.google.com/102831918332158008841 EMSIEN-3

Login