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Oltre la stanza: Centro di Consultazione e Terapie Psicoanalitiche Adulti (18 maggio 2024). Report di Francesca Fabiani

La giornata scientifica Oltre la stanza”, è organizzata dal Centro di Consultazione e Terapie Psicoanalitiche Adulti (CCTP) del Centro di Psicoanalisi Romano (CdPR).

La chair, Maria Giovanna Argese, apre l’incontro illustrando il programma della giornata e presentando Nicolino Rossi, coordinatore nazionale dei CCTP. Ringraziando Ornella Filograna - Responsabile del CCTP adulti del CdPR- e Luigi Solano – Presidente del CdPR -, Rossi propone alcune riflessioni sui CCTP evidenziando l’importante funzione esterna, storica e consolidata, volta ad offrire un servizio a prezzi calmierati e la funzione interna, rappresentata dall’essere dei luoghi formativi per candidati e associandi.

Ornella Filograna in un lavoro dal titolo molto evocativo, “Elementi di stabilità in trasformazione”, esordisce sottolineando come il 2024 rappresenti un momento speciale poiché quest’anno si conclude il doppio mandato durante il quale il gruppo attuale ha affrontato il passaggio da storico servizio di consultazione a centro clinico, che ha avviato anche i trattamenti. Vengono indicati i passaggi salienti del lavoro del CCTP, dalla ricezione della telefonata fino all’avvio della terapia, svolta da un analista differente rispetto al consultante.

Elementi rimasti costanti e stabili nel tempo sono l’attività clinica e il lavoro di gruppo che si configura come momento di condivisione e confronto: il lavoro mensile di intervisione con tutti i membri del CCTP, il lavoro dei piccoli gruppi che si riuniscono per discutere le richieste, il lavoro di supervisione dedicato ai candidati. Anche la collaborazione con il Policlinico Gemelli rimane un elemento stabile da anni. Tutti questi elementi rimasti costanti nel tempo sono andati incontro a trasformazioni di tipo formale e organizzativo.

Viene messa in evidenza la creatività che ha caratterizzato la costituzione del CCTP e il valore della sede, via Panama, che garantisce un senso di appartenenza forte a candidati e soci e che permette a chi si rivolge al servizio di sviluppare un transfert istituzionale utile e fecondo.

Maria Giovanna Argese, riprendendo al parola, sottolinea il grande lavoro di monitoraggio sull’andamento del gruppo, volto a rispettare gli orientamenti di tutti e a favorire una partecipazione orizzontale, nonchè la disponibilità al cambiamento in una apertura sul futuro tra centro clinico e società.

La mattinata prosegue con la presentazione di un lavoro di analisi dei dati raccolti negli ultimi due anni, attraverso le schede cliniche compilate dagli analisti consultanti.

Antonio Braconaro e Veronica Nicoletti presentano un vasto lavoro di raccolta dati del biennio 2022-2023, reso possibile grazie alla presenza di un gruppo al lavoro. Dai dati emerge che nel 75% dei casi i trattamenti sono andati a buon fine. Braconaro evidenzia che non ci sono differenze cliniche particolarmente rilevanti nel confronto tra i dati del 2022 e 2023 e che la riflessione svolta nei piccoli gruppi di lavoro sembra essere una variabile significativa ed incidente sul processo di costruzione di trattamenti analitici a più sedute.

Nicoletti fa alcune riflessioni a partire dai dati che emergono dalle diagnosi, parte consistente della scheda che viene compilata alla fine di ogni consultazione.

Si evidenziano alcune differenze e oscillazioni relativamente la componente umorale e gli aspetti fobico evitanti tra il 2022 e 2023. La pandemia è certamente stata un elemento di forte impatto sul dato clinico.

Da un anno all’altro risulta più elevata la percentuale di disturbi gravi.

Si sottolinea l’importanza dei CCTP quali luoghi in cui è possibile accogliere e trattare una quota di sofferenza che non potrebbe rivolgersi al privato per una indisponibilità economica e che non arriverebbe al pubblico per caratteristiche cliniche e sociali.

I CCTP sembrano dunque configurarsi come un servizio prezioso, capaci di svolgere un impatto significativo sulla salute mentale.

Si entra poi nel vivo della clinica attraverso un insieme di interventi corali in cui vengono presentati alcuni casi che dalla consultazione si sono avviati a trattamenti analitici.

Alcune dimensioni sembrano connettere i diversi lavori: il ruolo della dimensione gruppale, i processi onirici della veglia e del sonno, le dinamiche transfert-controtransfert della consultazione. Si riflette inoltre, sull’influenza che il gruppo può avere sul controtransfert dell’analista e sulle trasformazioni che possono avvenire nella mente del consultante.

Clelia De Vita presenta una relazione dal titolo “Rifrazioni oniriche nel passaggio tra consultazione e analisi: contenimento e trasformazione nel lavoro gruppale”.

De Vita esplora la funzione onirica e il ruolo del gruppo nel passaggio dalla consultazione alla terapia, utilizzando l'immagine di un equilibrista che cammina su un filo come metafora del delicato equilibrio tra accoglienza e traghettamento verso il progetto analitico. La funzione sognante dell'analista consultante e del gruppo viene vista come una rete simbolica che sostiene il paziente nel percorso terapeutico.

Il lavoro gruppale amplifica la capacità di rêverie dell'analista, creando una rete simbolica che evita la caduta del paziente dal filo dell'equilibrio emotivo e promuove un processo terapeutico sicuro e contenitivo. La funzione del gruppo sembra aver contribuito, nel caso clinico presentato, a trasformare l'angoscia del paziente e del consultante in rappresentazioni simboliche, facilitando l'avvio del trattamento.

Valdimiro Pellicanò con “Dalla rêverie al sogno” descrive l’inizio del trattamento analitico intrapreso con il paziente che De Vita aveva incontrato in consultazione e muove una riflessione sul modo in cui le valutazioni cliniche e il confronto di vari modelli di riferimento messi in gioco nel lavoro di gruppo influenzeranno, consciamente e inconsciamente, i criteri di invio e il lavoro dello psicoanalista che inizierà il trattamento.

Presentando il caso clinico mostra come il lavoro dell’analista sarà inevitabilmente influenzato dal controtransfert del consultante e dal modo in cui questo sarà stato elaborato nel piccolo e grande gruppo di lavoro. Pellicanò vuole mostrare come il modo in cui viene sognata la seduta analitica con quel determinato paziente non può esulare dal lavoro di elaborazione che il gruppo ha svolto in precedenza, caratteristica ineluttabile della modalità di lavoro del CCTP, unica nel suo genere rispetto ad invii privati. Dice Pellicanò: “Se non ci fosse stato il lavoro di elaborazione da parte del piccolo gruppo di consultazione (di cui l’analista, a cui il paziente è inviato, è informato e coinvolto) l’approccio dell’analista al paziente sarebbe diverso. Non migliore o peggiore ma diverso”.

Mariaclotilde Colucci e Valeria Gubbiotti con una relazione dal titolo “Dalla consultazione al trattamento, risuonare e sognare in due tempi” presentano numerose riflessioni su un caso clinico nel quale emerge come l’attività onirica del paziente sia determinata e organizzata rispetto alla configurazione transfert-controtransfert che si attiva in consultazione e che poi evolve nella fase iniziale del trattamento analitico.

Le relatrici mostrano come la rielaborazione della consultazione avvenuta nella dimensione gruppale sia stata necessaria per sostenere il processo di transizione alla terapia analitica, favorendo questo passaggio in modo fluido nonostante gli inevitabili aspetti dolorosi e luttuosi che poteva contenere al suo interno.

Infine, Roberta Caporale e Antonino Sorcecon “La rete e il funambolo: riflessioni su un possibile dialogo interistituzionale”descrivono la collaborazione tra il Policlinico Gemelli e il CCTP, focalizzandosi sui pazienti con disturbi legati alle dipendenze. L'intervento evidenzia le sfide e le resistenze nel passaggio dal contesto medico a quello psicoanalitico. Un caso clinico viene utilizzato per illustrare come il gruppo interistituzionale abbia facilitato il passaggio dalla consultazione alla terapia. La collaborazione permette di creare uno spazio terzo, un "luogo psichico" interistituzionale che funge da camera gestazionale per la pensabilità e la soggettivazione del paziente. Caporale e Sorce sottolineano l'importanza di un ascolto attento del controtransfert dei curanti per decodificare la domanda di cura del paziente e facilitare un passaggio terapeutico efficace.

Discussione con la sala

Gli interventi della sala sui diversi lavori presentati sottolineano l’importanza che il lavoro di gruppo ha nel favorire il processo di costruzione di un percorso terapeutico dalla consultazione all’avvio di un trattamento analitico. Tale processo, comportando un passaggio dal consultante all’analista a cui il paziente viene inviato per la terapia, può essere foriero di vissuti luttuosi, come emerso da alcuni casi presentati. Se l’invio comporta un passaggio è anche vero che il paziente rimane dentro una continuità, rappresentata dall’istituzione, quale luogo in cui inizia e continua un percorso di cura. Continuità che, a fronte di una ridotta percentuale di abbandoni, è sicuramente sostenuta da una holding onirica gruppale che rende possibile il trattamento di aspetti diversamente non affrontabili.

Alcuni interventi sono poi confluiti sull’importanza del contenitore istituzionale e sulle funzioni che assolve come luogo di collegamento tra le istituzioni.

Infine, la raccolta dei dati, che potrebbe apparire qualcosa di “freddo”, come osservato da Braconaro nella sua esposizione, si rivela in realtà uno strumento estremamente prezioso per riflettere sui vari aspetti del lavoro che si svolge all’interno del servizio, sulle persone che vi si rivolgono e su come esso possa accogliere e rispondere alle richieste dei pazienti.

 

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