Lunedì, Maggio 20, 2024

Yalda, a Night for Forgiveness (2019). Recensione di Mariaclotilde Colucci

Regia di Massoud Bakhshi

Genere drammatico

Anno 2019

 

 

La pellicola, premiata per la categoria Miglior film straniero al Sundance Film Festival del 2020, è stata diretta dal regista iraniano Massoud Bakhshi (autore già molto apprezzato al suo esordio con A respectable family, Cannes 2012) che con il suo secondo lungometraggio, realizza un film coinvolgente su un processo mediatico prevalentemente in chiave femminile. Tuttavia le tensioni politiche tra America ed Iran non hanno permesso al regista di essere presente al Festival durante la premiazione. Unopera interessante, non solo di grande impatto emotivo, ma anche politico e sociale, sulla condizione della donna nella complessa società contemporanea iraniana.

Bakhshi ha lavorato principalmente come documentarista. Il Film infatti, nasce da un incontro dell’autore, per un reportage, con alcune donne condannate e recluse in carcere per l’omicidio dei mariti. Vittime e carnefici allo stesso tempo. E così arriva a noi anche Maryam, che dopo 15 mesi di carcere, ammanettata fa il suo ingresso nello studio di registrazione, dove aspetta con ansia e disorientamento di entrare nell'arena perché è in gioco la sua vita. Maryam, 22 anni, ha ucciso accidentalmente suo marito e datore di lavoro Nasser, 65 anni, a seguito di un litigio sulla gravidanza che lui non desiderava.

Yalda, il titolo del film, allude alle celebrazioni per il solstizio d’inverno, la notte più lunga e buia dell’anno. Unoscurità anche metaforica che avvolge la protagonista, condannata a morte. Ma, secondo la legge iraniana, il condannato può essere graziato se la famiglia della vittima lo perdona. Il perdono trasforma la pena di morte in una riduzione della condanna detentiva, alla quale si associa il pagamento di un debito pari al prezzo del sangue. Il palcoscenico ideale per questo confronto è il più noto reality show del paese, La Joie du Pardon”. Maryam decide di partecipare allo show proprio per chiedere perdono e ottenere la grazia da Mona la figlia di Nasser davanti agli occhi di chi poco o nulla sa delle loro vite.

Bakhshi concepisce il perdono come occasione di crescita individuale e collettiva, un processo catartico, ma lo immerge in una ambientazione paradossale, quella del mondo dei Reality Show. Sotto larbitrio di Omid il presentatore del programma, le due donne vengono messe l'una di fronte all’altra e iniziano a ripercorrere il passato, tra rivelazioni e sorprese, fino ad arrivare allo scontro sempre sotto gli occhi vigili del pubblico che, con un sms, può esprimersi circa la colpevolezza o l’innocenza e, addirittura, decidere che siano gli sponsor a pagare il debito di sangue della donna. Disperata, ma convinta della sua innocenza, Maryam non si piega alla contrizione necessaria per il perdono. Il suo fragile destino è appeso al filo dei molteplici conti alla rovescia lanciati durante la trasmissione e del televoto dei telespettatori. La lunga notte del perdono, però, non può trascorrere senza colpi di scena. Mentre le due donne si scontrano in tv, in un duello emozionante, gli eventi nel back-stage della trasmissione sono altrettanto tragici. Per alcuni è in gioco laudience, per altri è una questione di vita o di morte. Il perdono guida questi passaggi dalla morte alla vita, dalla via alla morte e il delicato equilibrio raggiunto è continuamente minacciato, regalando momenti di drammatica e autentica suspense.

Il regista e sceneggiatore conferma la sua grande abilità narrativa nel riflettere complesse questioni morali, sociali e religiose, e scandaglia la realtà iraniana attraverso uno spettacolo mediatico di cui indaga meticolosamente i meccanismi. Come egli stesso afferma “per arrivare alla verità puoi solo catturare la realtà”.

 

 

Disponibile su Sky Cinema ondemand e in streaming su NOW. 

 

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