Lunedì, Aprile 29, 2024

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Karen Ilardi - Louise Bourgeois e il suo rapporto con la maternità

Louise Bourgeois, artista francese quasi centenaria, ha trascorso buona parte della sua vita negli Stati Uniti. Ha iniziato la sua carriera usando diverse tecniche ma specializzandosi poi in opere scultoree e installazioni. Solitaria e prolifica dice che “Il dolore è il soggetto di cui mi occupo. Dare significato e forma alla frustrazione e alla sofferenza”. Nelle interviste spesso racconta il difficile rapporto con i suoi genitori; nella sua lunga esistenza fu una persona che non riuscì a trovare né pace né perdono delle sofferenze ricevute. Per Bourgeois fare arte era un modo di combattere le sue paure, uno dei quali era il trauma dell'abbandono che soffrì in particolare con la morte della madre nel 1932, quando Louise aveva 21 anni. La mamma restaurava arazzi antichi. Lei diceva "Mia madre sedeva al sole per ore ad aggiustare arazzi. Le piaceva davvero. Questo senso di riparazione è profondamente radicato dentro di me. Lei era la mia migliore amica. Come un ragno, mia madre era una tessitrice. Come i ragni, mia madre era molto brava. Lei era intelligente, paziente, opportuna, utile e ragionevole. Era indispensabile come un ragno." Il rapporto con la madre era così intenso che quando la madre morì, Louise tentò il suicidio gettandosi in un fiume.

 

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Il titolo Maman (1999) si traduce come mamma ed è la denominazione che un bambino usa per sua madre.  Mamanpuò essere letto come un riferimento a più di una possibile figura materna: l'artista, la madre o il simbolo della maternità.In un diario, marzo 1975, Maman appare come la grande madre universale e potente, ma terrificante e indifferente, senza occhi per guardare o una testa per pensare. Maman è un ragno monumentale di acciaio, così grande che può essere installato in spazi all’aperto o all'interno di un edificio industriale. Il corpo supportato su otto sottili gambe nodose è sospeso in alto sopra la terra, permettendo allo spettatore di passeggiare sotto di esso. Ogni gamba termina in una punta acuminata di acciaio. Presenta sotto la pancia una rete metallica che contiene una sacca con uova in marmo bianco e grigio che pendono sopra la testa dello spettatore. Rappresenta da una parte la madre che nutre, che tesse la tela e dunque sostiene e protegge, ma che può anche intrappolare. Sono due aspetti che Louise Bourgeois ha rappresentato molto bene con le sue sculture giganti e dopo aver sperimentato la maternità, ha sempre avuto sentimenti ambivalenti come quelli che una madre può avere per i propri figli tanto contraddittori quanto quelli che un bambino può sentire per sua madre.

In un’opera The Dagger Child(1947-1949), rappresenta un bambino pugnale, un bambino-minaccia, in procinto di ferire la madre attraverso il suo bisogno. Dunque da una parte uomini potenti e prepotenti e dall’altra bambini ammalati di dipendenza. Viene descritta con l’opera l’esplosione di collera, vista dal punto di vista del bambino, che ha due protagonisti, il grande e il piccolo. Un bambino può rifiutarsi di mangiare, la madre lo forza, lui la respinge, lei insiste. Quest’opera rappresenta quanto il rapporto madre - figlio sia vulnerabile e pieno di tensione. Bourgeois scrive: <<Hai bisogno di una madre.Capisco, ma mi rifiuto di essere tua madre, perché ho bisogno anch’io di una madre.>>

 

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Così la scultura Le trani episode  (1971) rappresenta un doppio atteggiamento di essere una madre, ma anche un figlio amato da una madre. Si tratta di due oggetti, realizzati in argento e oro, nei quali si fondono l’elemento maschile e femminile in modo straordinario e ambivalente, insieme compenetrante e contraddittorio.

 

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Quella di Louise Bourgeois è, quindi, un' arte autobiografica: "il mio lavoro è l'opera di ricostruzione di me stessa e trova origine nella mia infanzia... la memoria e i cinque sensi sono strumenti di cui mi servo. Il mio lavoro riguarda la fragilità del vivere e la difficoltà di amare ed essere amati... Utilizzo un linguaggio simbolico per esprimermi. Bisogna impregnare la materia di sentimenti. Le emozioni sono proiettate all'esterno, in una forma e in uno spazio. L'inconscio è portato alla coscienza attraverso l'arte".

Bibliografia

Frances Morris (ed.), Louise Bourgeois, catalogo della mostra, Tate Modern, London 2007, pp.170-171.

Maria Nadotti, Louise Bourgeois. La distruzione del padrone (http://www.doppiozero.com).

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