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Prove d’orchestra per una rete non bucata. Centro di Consultazione e Psicoterapie Psicoanalitiche Bambini, Adolescenti e Famiglie (6 maggio 2023). Report di Flaminia Vacchini

La giornata scientifica rappresenta un’importante finestra attraverso cui il Centro di Psicoanalisi Romano intende condividere il lavoro del proprio Centro di Consultazioni e Psicoterapie Psicoanalitiche (CCTP) per bambini, adolescenti e famiglie.

La mattinata si è aperta all’insegna della musica, con l’ascolto della composizione per pianoforte “Rifugio dell’anima”, scritta dal Maestro Alessandro Panatteri.

Nicolino Rossi, in qualità di responsabile nazionale dei referenti dei CCTP, ha sottolineato quanto la Società tutta sia interessata e attivamente impegnata a sviluppare e promuovere il lavoro dei centri di consultazione e psicoterapia.

La responsabile del CCTP, Carla Busato Barbaglio, dando avvio ai lavori ha spiegato come, con il titolo scelto oltre che con l’introduzione musicale, si intenda descrivere il peculiare modo di lavorare del Centro, in cui ad oggi collaborano 42 colleghi, di cui 14 candidati.

Proprio come in un’orchestra, infatti, i partecipanti contribuiscono ad accogliere e pensare le varie forme del disagio psichico manifestato dai bambini, dagli adolescenti e dalle famiglie che si rivolgono al servizio.

Questo “lavoro di orchestra” è spesso svolto in collaborazione con l’equipe di Lucio Rinaldi, che dirige l’“Area dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione” della psichiatria clinica dell’Ospedale Gemelli, oltre che occuparsi dell’“Area della perinatalità” della psichiatria clinica dello stesso ospedale.

Da questa istituzione provengono molte delle situazioni cliniche che approdano al CCTP e che spesso vengono discusse insieme all’equipe ospedaliera nel corso delle riunioni mensili, al fine di mantenere sempre vivo e creativo il collegamento con i colleghi invianti: psichiatri, endocrinologi, nutrizionisti, ma anche assistenti sociali o, in altri casi, insegnanti.

I numeri riferiti per il 2022 sono di 103 richieste arrivate, con due terzi di consultazioni effettuate e trattamenti avviati a una, due o anche tre sedute settimanali; la maggior parte delle situazioni prese in carico esprime un livello di disagio sociale tale per cui le persone sono seguite a tariffa agevolata.

Busato Barbaglio ha sottolineato quanto il punto di forza del servizio consista proprio nel modo di intendere il lavoro: integrato con quello delle altre figure professionali e di cura, in un interscambio di prospettive e di ipotesi che arricchisce e fa crescere ogni partecipante del gruppo e arriva a delineare in modo sempre più preciso il bisogno del paziente.

È tale approccio che consente di affrontare le delicate situazioni cliniche e che, grazie alla partecipazione attiva di ciascun membro del gruppo allargato, ha spesso consentito di uscire dall’impasse o dalla dimensione di frammentazione determinate dalla sofferenza psichica manifestata dai pazienti.

Il pensiero del gruppo favorisce infatti la possibilità di creare un senso nuovo al dolore mentale oltre che l’occasione di offrire parole ai sintomi “urlati” dai giovani pazienti.

Ha poi preso la parola Lucio Rinaldi esprimendo gratitudine per l’esperienza che, assieme alla propria equipe, sta facendo con il CCTP.

Rinaldi ha parlato della multi-focalità del setting di cura dei pazienti che, a suo parere, si esplicita negli incontri periodici tra le due istituzioni.

Utilizzando la metafora della musica polifonica ha poi descritto il lavoro in rete tra gli operatori che, quando trova frammenti di armonia, può rappresentare quell’elemento che facilita nel paziente l’occasione di raggiungere un assetto psichico maggiormente armonico.

Infine, riferendosi a uno dei dipinti della serie i “Quadrati magici” di Paul Klee, in cui l’artista dà una forma polifonica ai rapporti quantitativi tra i colori, ha parlato della forza creativa che si attiva durante le riunioni del gruppo di lavoro e in cui ogni partecipante – rappresentato visivamente come un riquadro nella schermata del pc – contribuisce con il proprio pensiero.

Dopo questi interventi si è entrati nel cuore della mattinata attraverso cinque presentazioni cliniche che, come pennellate di colore su una tela, hanno descritto alcune caratteristiche della sofferenza espressa dai pazienti che si rivolgono al Centro, per mostrare in presa diretta il significato di questo “lavoro di orchestra”.

La prima è stata ad opera di Maria Pia Corbò e Ottavia Ferrara (specializzanda in psichiatria), che hanno descritto una storia clinica che senza il prezioso intervento preliminare dell’ospedale non sarebbe approdata a una psicoterapia per la compresenza di condizioni critiche e svantaggiate.

Il sintomo “dichiarato” dalla paziente adolescente è stato interpretato come un elemento salvifico che ha creato l’occasione attraverso cui la giovane ha potuto chiedere aiuto per una sofferenza antica, mai accolta anche perché mai riconosciuta. Il lavoro di rete tra la psicoanalista e la psichiatra ha affinato le reciproche modalità di ascolto del dolore della paziente e questo ha protetto la psicoterapia da un’interruzione. L’ambiente di cura così costituito ha offerto alla ragazza contenimento alle angosce oltre che l’opportunità di riavviare il proprio percorso di costruzione identitaria e crescita emotiva.

La presentazione di Valentina Li Volsi, accompagnata dallo psichiatra Vittorio Fasulo, ha portato l’attenzione su quanto il costituirsi della rete fin dalla sua “prima maglia” – data proprio dall’incontro tra i due professionisti – abbia permesso di tenere insieme e poi ricostruire i vari “frammenti” della sofferenza di una adolescente, in cui erano in atto potenti meccanismi dissociativi e di scissione. La rete, ampliata e rafforzata dalle altre “maglie istituzionali” (in questo caso allargata non solo al gruppo di lavoro congiunto, ma a vari professionisti medici fino ai servizi territoriali) ha impedito la “dispersione” dei due psicoterapeuti, ha contenuto e dato un senso alla sofferenza della famiglia e ha svolto una funzione di integrazione che ha portato a un maggiore contatto emotivo con il dolore, ricomponendo le potenti scissioni in atto.

La terza coppia cha ha presentato il proprio contributo era composta da Donatella Verrienti e Benedetta Anesini (specializzanda in psichiatria): in questo caso la collaborazione multidisciplinare tra le figure di cura ha favorito la costituzione di un setting all’interno del quale la storia personale di una adolescente ha trovato l’occasione per essere rinarrata e rimessa in scena.

Il lavoro analitico ha accompagnato la giovane ad uscire da una dimensione di anonimato identitario, offrendole l’opportunità di trovare in modo creativo nuove forme di regolazione interna, maggiormente adattive. Il delicato lavoro di rete ha permesso l’avvio di una ricomposizione delle dissociazioni che caratterizzavano l’esperienza psichica di questa ragazza, in bilico tra il non esistere e l’esigenza interna di differenziarsi dall’oggetto primario, incostante e invasivo.

La quarta presentazione ha visto Francesca Selloni affiancata da Manuela Occhionero, assistente sociale di Roma Capitale. È stata descritta una situazione clinica in cui la rete si presentava molto estesa fin dalla presa in carico, includendo vari servizi territoriali. Cruciale è stato pertanto il preliminare lavoro di “ricamo” e “ricucitura” delle maglie sfibrate compiuto dalla psicoanalista e dall’assistente sociale, che ha infine consentito alla piccola paziente (bambina in età scolare) di riuscirsi ad affidare.

Il setting, esteso nei suoi confini ma ben definito nella mente dell’analista, è stato teatro di una ri-attualizzazione di dolorose angosce abbandoniche che minavano la possibilità per la piccola di cominciare a “suonare” le prime battute della propria “partitura originale”, vivendo da sempre esposta alle proiezioni inconsce di un ambiente caotico.

L’ultima presentazione è stata fatta da Elisabetta Papuzza e Giulia Battisti (specializzanda in psichiatria), che hanno descritto la storia di una sofferenza “intercettata” quasi per caso in ospedale grazie a uno sguardo psicoanaliticamente orientato, che ha saputo cogliere nel linguaggio corporeo una profonda sofferenza emotiva. Grazie a questo tipo di ascolto è stato possibile sostenere la nascita di una richiesta di aiuto psicoterapeutico in una paziente adulta che, per la propria storia personale traumatica, si trovava sull’orlo di una caduta depressiva. Il lavoro di analisi ha poi fornito l’occasione di una nuova nascita per la paziente, tanto come individuo quanto come madre, permettendo l’avvio di una prima elaborazione di angosce fino a quel momento negate o dissociate.

La discussione con il pubblico ha registrato numerosi interventi, tra i quali quello di Luigi Solano, Presidente del Centro di Psicoanalisi Romano (CdPR), che ha evidenziato quanto tutti i contributi esprimano pienamente la cultura del CdPR, da sempre orientato a un’ottica di apertura verso l’esterno e alla sperimentazione di nuovi setting.

Secondo Solano il collegamento con la sanità pubblica rappresenta, ancora di più, questo movimento del mondo psicoanalitico verso un ampio numero di persone, elemento comune e già caratterizzante i CCTP del CdPR, che promuovono psicoterapie a tariffe calmierate.

Dopo aver ringraziato Lucio Rinaldi per questa forma di proficua collaborazione, Solano ha infine voluto sottolineare quanto il pensiero psicoanalitico non si limiti al “fare” psicoanalisi, ma sia alla base della costruzione di tutti gli interventi messi in atto nei confronti dei pazienti, come ben rappresentato nelle storie cliniche che sono state descritte.

Successivamente si è sviluppato un vivace momento di scambio tra il pubblico e i relatori, che hanno potuto rispondere a domande riguardanti aspetti clinici dei propri interventi.

Il gruppo di lavoro multidisciplinare è stato descritto come un luogo in cui i partecipanti sperimentano un positivo senso di profonda condivisione oltre che come uno spazio di pensabilità a partire dal quale sostenere i pazienti a ritessere le fila dei propri percorsi interrotti, o non sufficientemente nutriti.

 

Vedi anche:

Prove d’orchestra per una rete non bucata. Centro di Consultazione e Psicoterapie Psicoanalitiche Bambini, Adolescenti e Famiglie (6 maggio 2023)

 

 

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