Sabato, Aprile 20, 2024

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo

I cookies sono dei piccoli file di testo che, trasferiti sull’hard disk del computer dei visitatori, consentono di conoscere la frequenza delle visite e quali pagine del sito vengono visitate dai netizen. Si tratta di dati che non permettono di procedere all’individuazione dell’utente (ma la sola provenienza dell’azienda), non incrociamo le informazioni raccolte attraverso i cookies con altre informazioni personali. La maggior parte dei browser può essere impostata con modalità tali da informarla nel caso in cui un cookie vi è stato inviato con la possibilità, da parte sua, di procedere alla sua disabilitazione. La disabilitazione del cookies, tuttavia, può in taluni casi non consentire l’uso del sito oppure dare problemi di visualizzazione del sito o delimitare le funzionalità del medesimo sito, pur se limitatamente ad aree o funzioni del portale.

La disabilitazione dei cookies consentirà, in ogni caso, di accedere alla home page del nostro Sito. Non viene fatto uso di cookies per la trasmissione di informazioni di carattere personale, né vengono utilizzati c.d. cookies persistenti di alcun tipo, ovvero sistemi per il tracciamento permanente degli utenti. L’uso di c.d. cookies di sessione (che non vengono memorizzati in modo persistente sul computer dell’utente e svaniscono con la chiusura del browser) è strettamente limitato alla trasmissione di identificativi di sessione (costituiti da numeri casuali generati dal server) necessari per consentire l’esplorazione sicura ed efficiente del Sito. I c.d. cookies di sessione utilizzati sul Sito evitano il ricorso ad altre tecniche informatiche potenzialmente pregiudizievoli per la riservatezza della navigazione degli utenti e non consentono l’acquisizione di dati personali identificativi dell’utente. Coloro che intendono avvalersi della sezione riservata del sito prestino attenzione alla specifica informativa anche relativamente all’uso dei cookies.

Piovano B., Sviluppo dei processi di simbolizzazione nella terapia di bambini autistici e psicotici

In un mio intervento precedente pubblicato nel 2012-2013 sul sito Spiweb sulle ‘Tante declinazioni della psicoanalisi infantile’,a cura di F.Carnaroli e M. Mastella ho parlato del ‘Genitore come miglior collega dall’analista infantile’.

Nell’intervento che segue, e in risposta alla domanda di De Masi su ‘ cosa possiamo proporre quando il bambino è andato “oltre” e il genitore non è in grado di comprendere e di essergli veramente di aiuto’, sottolinerò l’importanza di   effettuare   una psicoterapia o analisi al bambino, anche nei casi di bambini con patologie gravi.

Il lavoro con i sui genitori favorisce la creazione di uno spazio per l’investimento emotivo e la rappresentazione del figlio e di uno spazio di riflessione sulla relazione con il figlio, il miglioramento delle funzioni genitoriali, l’identificazione con il terapeuta , come nuovo o riattivato oggetto di sviluppo.

Non sostituisce tuttavia quelle trasformazioni durature che solo la relazione analitica può produrre, anche in bambini autistici e psicotici o con gravi patologie.

Ho descritto in un lavoro, in corso di pubblicazione, alcune tappe significative che ho evidenziato nelle terapie e nella supervisione di terapie di bambini autistici senza linguaggio, alcuni dei quali hanno raggiunto la capacità di simbolizzare e parlare.

Intendo per simbolizzazione, in questo specifico contesto, la capacità di pensare l’oggetto l’assente grazie alla creazione di uno spazio psichico che contiene la rappresentazione dell’oggetto e dell’ internalizzazione del legame con esso; la possibilità di giocare e di affrontare attraverso il gioco situazioni angoscianti (gioco simbolico- Freud, 1920); la capacità di comunicare angosce,vissuti e conflitti attraverso il linguaggio mimico o il linguaggio verbale e la capacità di usare il linguaggio per facilitare la comunicazione, anzicché bloccarla, come nel caso del linguaggio-barriera e dell’ecolalia.            

L'esperienza che il bambino fa del setting e della struttura simbolizzante della mente dell'analista (i due aspetti che configurano la situazione analitica) promuove di per sé- in aggiunta ai cambiamenti dell'ambiente che si ottengono lavorando con e sui genitori e alla qualità affettiva della relazione che l’analista costruisce con il bambino( Piovano, 1994,1998, 200- il processo che porta alla strutturazione del sé, alla nascita del sentimento di identità, alla possibilità di usare la funzione simbolica (Piovano ,1994, 1998, 2005).

Le premesse della simbolizzazione stanno nel legame con la madre nel periodo che precede la separazione me non‑me, nel processo attraverso il quale la madre trasforma i dati del corpo del bambino in immagini mentali integratrici e nell'area transizionale.L'ulteriore tappa del processo di simbolizzazione che conduce all'internalizzazione del legame con la madre ‑ legame contenente i precursori della simbolizzazione - e alla capacità di rappresentare l'oggetto assente, presuppone l'elaborazione dell'angoscia, dell'odio e della distruttività connessi all'alterità, alla separatezza e alla perdita dell'oggetto, in riferimento costante al ‘ terzo termine’. «E il terzo, presente nella mente della madre, che si presentifica nel bambino quando l'esistenza separata della madre la rende portatrice di assenza, che partecipa alla rielaborazione delle problematiche legate all'assenza, alla separazione e all'alterità e favorisce la riunione, sul piano simbolico, una volta che l'alterità e la separazione sono state accettate» (S. Godfrind, 1989).

Winnicott ( Winnicott,1951) sottolinea l'importanza dell'area e del tempo di illusione affinché la disillusione progressiva rispetto alla distinzione me non‑me sia possibile e colloca nell'area intermedia di esperienza la matrice di ogni simbolizzazione. Il simbolo si forma a partire dall’area transizionale tra madre e bambino, dove nascono il gioco, il pensiero e la distinzione tra sé e non sé

Ipotizzo che l’autismo infantile ( o di nuclei autistici negli adulti) sia riconducibile ad una serie di fattori che in qualche modo sono speculari e di segno opposto rispetto a quelli che favoriscono l’acquisizione dell'identità e lo sviluppo della simbolizzazione :

1) rottura precoce della fusione con la madre e mancanza della funzione di réverie della madre;

2) mancanza dell'area intermedia di esperienza, dello sviluppo della capacità di illusione con ciò che essa implica a livello del funzionamento del pre‑conscio;

3) impossibilità di simbolizzare l'assenza e, quindi, di introiettare l'oggetto ed il legame con esso.

La terapia dovrebbe quindi, in qualche modo, riparare queste aree traumatiche e deficitarie e ripristinare attraverso l’esperienza della relazione analitica una linea di sviluppo ‘normale’.

Il bambino si trova confrontato fin dall'inizio della sua terapia con l'esperienza del setting, che mette in crisi il funzionamento bidimensionale della mente,opponendosi all'illusione di fusione con la madre e con la presenza nella mente dell'analista di un doppio referente materno e paterno.

La funzione ‘materna’ di holding e rispecchiamento dell'analista consente al bambino di sperimentare un legame fusionale e di raggiungere un sentimento di integrità narcisistica e di continuità del sé, mentre la ‘funzione paterna’, attraverso l'introduzione di modulazioni della distanza emotiva e spaziale e della discontinuità della presenza, conferisce una qualità di profondità e processualità alla relazione, favorendo l'abbandono di modalità adesive di rapporto e l'avvio del processo di simbolizzazione.

È infatti proprio il bisogno di fronteggiare e mantenere la distanza tra sé e oggetto che innesca il processo simbolico e determina la simbolizzazione.

Il percorso che il terapeuta si trova a compiere insieme al bambino autistico che non parla verso la possibilità dell'emozione, del significato e del pensiero, è lungo e difficile .

La capacità di pensare dell’analista stesso è messa a dura prova. E’ difficile creare le condizioni che introducono senso nel caos delle esperienze traumatiche precoci, promuovere l’evoluzione dal corporeo al mentale, cogliere i semi di un pensiero rudimentale e promuovere uno scambio a livello mentale, quando si deve andare incontro ai suoi bisogni   di contenimento e, talvolta, di accudimento corporeo, e quando si è immersi nel mondo caotico e bizzarro che il bambino cerca di riprodurre nella stanza di terapia. A questo proposito Meltzer (1975) fa presente che lo stato primitivo dell’Io, il carattere inusuale delle angosce e l’oscillazione tra stati di integrazione e stati autistici creano un quadro clinico terribilmente complesso che l’osservazione non può distinguere dal comportamento bizzarro di una psicosi delirante.  

Lo spazio clima affettivo- emotivo che si crea tra il bambino e il terapeuta favorisce l'esperienza affettiva della relazione nei suoi aspetti transferali ( transfert dell’ambiente interno del bambino nell’ambiente messo a disposizione dall’analista) e in quelli di relazione con un nuovo oggetto con potenzialità evolutive: relazione che si costruisce ed evolve parallelamente allo sviluppo del processo di simbolizzazione.

La funzione di reverie dell’analista si articola nei suoi diversi aspetti di reverie corporea, affettiva e mentale: essa consente di trasformare esperienze sensoriali e protoemozioni in esperienze psichiche ( sentimenti e pensieri).

Le funzioni analitiche che facilitano la comprensione del bambino autistico e favoriscono la sua uscita dall’autismo e la sua crescita psichica sono l’empatia, la capacità di entrare in contatto con le sensazioni e le percezioni del corpo (Milner,1969 ) e di regredire a stati di non integrazione (Winnicott,1962). Il bambino autistico ha bisogno, inoltre, che il suo terapeuta sia dotato buon senso (Tustin,1990), fiducia, comprensione affettiva e partecipazione immaginativa,capacità di restare vivo e di essere un compagno vivo (Alvarez, 1992).

Quest’ultimo si configura per il bambino come una presenza viva e come oggetto trasformativo che introduce aperture di significato, nuove soluzioni e nuove idee.

Alcuni strumenti terapeutici sono considerati specifici del trattamento di bambini autistici in quanto presuppongono un integrazione di funzioni educative e di funzioni analitiche. Ne elencherò alcuni:

1) interventi rivolti a verbalizzare, discriminare e integrare le sensazioni e «collegarle con i sentimenti vissuti nella relazione cosicché le sensazioni possano essere rappresentate e possano servire per pensare» (Corominas, 1991).E’grazie al lavoro di positivizzazione (Godgfrind,1993), cioè al tentativo dell’analista di esprimere a parole la percezione degli stati sensoriali, delle emozioni e degli affetti del bambino, che quest’ ultimo costruisce il suo sé sensoriale e la sua identità corporea.

2) interventi mirati a favorire il processo di differenziazione sé‑oggetto attraverso l'aiutare il bambino a distinguere parti del corpo della terapeuta da parti del proprio corpo proprio e a scoprire i limiti del proprio corpo.

3) interventi intesi a scoraggiare il bambino rispetto all'uso di oggetti autistici e di «manovre protettive» e a promuovere la disillusione progressiva rispetto alla distinzione me non‑me, attraverso l'introduzione di aree transizionali e l'elaborazione delle angosce catastrofiche connesse con il riconoscimento dell'alterità e della perdita dell'oggetto: passaggio necessario per aiutare il bambino a rendere pensabile l’rrapresentabile e a ritrovare simbolicamente l’oggetto perduto.

4) analisi delle immagini evocate dalla gestualità del bambino autistico e dai vissuti corporei del bambino ai quali il terapeuta accede attraverso il proprio ‘controtransfert corporeo’(Mathew, 1998); Maria E.Pozzi,2003); decodificazione dei messaggi criptici contenuti nelle stereotipie gestuali; creazione di immagini e interpretazioni imagèe - equivalenti alle ‘anticipazioni creatrici’ che nella norma funzionano spontaneamente tra madre e bambino»- che favoriscono la costituzione di immagini nel bambino (B. Golse, 1992).

5) attenzione al transfert e al controtransfert, nelle modalità con cui entrambi si manifestano ed evolvono nel corso della terapia. Il controtransfert in particolare consente di cogliere i movimenti transferali e relazionali nel corso della terapia; di dare un nome alle angosce sottese agli atteggiamenti e comportamenti difensivi del bambino; di decodificare i suoi comportamenti aggressivi e distruttivi; di cogliere le tracce delle carenze e degli impingements traumatici dell’ambiente primario e delle identificazioni difensive precoci , acquisite corso delle esperienze di accudimento e messe in atto per la sopravvivenza psichica; di risalire alle caratteristiche dell'ambiente primario e dell'oggetto primario ( per esempio oggetto che non possiede qualità di separabilità sufficienti, oggetto intrusivo, ecc.).

Mi auguro che quanto ho scritto renda almeno parzialmente l’idea del lavoro ‘analitico’ che favorisce nel bambino autistico l’esperienza di una relazione emotiva-affettiva che evolve parallelamente allo sviluppo dei processi di simbolizzazione, a partire da uno stato di non integrazione e di incapsulamento o da condizioni mentali che possono essere formulate nei termini della organizzazione mentale di base e dell’area psicosensoriale di Gaddini (1969) e della organizzazione sensitivo- sensoriale della posizione contiguo- autistica di Odgen (1989).

ALVAREZ, A. 1992. Il compagno vivo, Roma, Astrolabio, 1993..

COROMINAS,G.(1991) Psicopatologia e sviluppi arcaici, Roma, Borla, 1993.

FREUD,S (1920) Al di là del principio del piacere. OSF, vol9,pp193-249

GADDINI,E. (1959).Immagine corporea primaria e periodo fallico:considerazioni sulla genesi dei simboli di forma rotonda. Paper presented at the meeting “The first Body Image and Object Representation”, State University of New York, June ,1961a

--------------- 1969 (a). «On Imitation», Int. Journ. Psycho‑Anal, 50:475‑484.

--------------- 1969(b) Linguaggio e psicoanalisi», Scritti, Milano, Cortina, 1989.

----------------1974. «Formazione del padre e scena primaria», Riv. Psi­coanal., 23, 2, 1977:157.

----------------1980. «Note sui problema mente‑corpo», Riv. Psicoanal., 27, 1, 1981:3‑29.

----------------1981. «Fantasie difensive precoci e processo psicoanalitico», Riv. Psicoanal., 28, 1, 1982:1‑14.

GODFRIND, J. 1989. Function symbolique et situation analytique Rev. Franc. de Psychanal., 6, 1989: 1801-1805.

GODFRIND, J. 1993. Les deux courants du transfert, Paris, Presses Universitaires de France.

GOLSE, B. 1992. «L'enfant autiste, sa pensée, son corps et ses images», Psychiatrie de l'enfant, 2, 1992: 481‑518.

MATHEW MAF (1998). The body as instrument. J Br Assoc Psychother 35: 17-36.

MELTZER,D., BREMNER,G., Wittemberg,G,et al.(1975). Explorations in Autism:A Psychoanalytic Study. Perthshire: Clunie.[ Esplorazioni sull'autismo, Torino, Boringhieri, 1977].

MILNER.M.(1969).The Hands of the Living God. An account of a psychoanalytic treatment, The Hogarth Press Ltd and the Institute of Psychoanalysis, London 1969

[Le mani del Dio vivente,Armando Armando, Roma ,1974]

OGDEN,T.H.(1989).On the concept of an Autistic Contigous Position. International Journal of Psychoanalysis, 70:127-140.

PIOVANO, B. 1994. Le esperienze parallele, Roma, Borla.

PIOVANO, B (1998).Parallel Psychotherapy with Children and parents. Northvale, NJ:Jason Aronson

PIOVANO,B.,(2005).Rilevanza del cambiamento procedurale e della conoscenza relazionale implicita in psicoanalisi. In Angelo Pennella (a cura di) Realtà e rispecchiamento. Dalla teoria dell’attaccamento alla relazione terapeutica. Roma, Edizioni Kappa

POZZI, M., E.(2003) . The use of observation in the psychoanalytic treatment of a 12-year-old boy with Asperger's syndrome. International Journal of Psychoanalysis, 84(5):1333-1349

TUSTIN, 1990. Protezioni autistiche nei bambini e negli adulti, Milano, Cortina, 1991.

WINNICOTT, D.W.(1951). Transitional objects and transitional Phenomena. In Collected Papers: Through Paediatric to Psychoanalysis. London: Hogart Press & The Institute of Psycho-analysis,1975

------------------------ (1962) Ego integration in child development. In the Maturational Processes and the Facilitating Envbironment,pp.56-63. London: Hogarth,1965

София plus.google.com/102831918332158008841 EMSIEN-3

Login